Paparellil meloni(UNWEB) “La maggioranza a trazione leghista si ostina, in tutti modi, a voler ricorrere a professionalità provenienti da altre regioni e, noncurante dell’illegittimità degli atti posti in essere, ha approvato in Aula un emendamento all’articolo 26 del Testo Unico in materia di Sanità e Servizi sociali, con cui si va, di fatto, a superare l’elenco regionale dei candidati idonei alla nomina di Direttore sanitario e/o amministrativo delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale, previsto dalla legge ‘11/2015’”: lo affermano i consiglieri regionali del Partito democratico Fabio Paparelli e Simona Meloni.

“Proprio nel giorno in cui il direttore regionale della Sanità Claudio Dario, noncurante dell’emergenza in corso, annuncia la volontà di andare in pensione anticipatamente rispetto al contratto stipulato e conseguentemente di ritornare in Veneto, la Giunta regionale ha pensato bene di farsi approvare, su proposta dei consiglieri della Lega, una norma che permette di pescare indifferentemente tra gli elenchi dei direttori sanitari e amministrativi delle altre regioni italiane, come se quelli che hanno partecipato all’avviso pubblico regionale, emanato con delibera del 4 novembre scorso, siano da considerarsi di serie B, o non soddisfino appetiti politici, stante il fatto che una commissione di esperti li ha resi idonei e che la nomina è di esclusiva competenza dei direttori generali”.

“Tutto questo – proseguono - dopo che, nel corso del 2020 la Giunta regionale dell’Umbria ha dapprima riaperto i termini dell’avviso pubblico per le nomine nelle Aziende sanitarie regionali umbre, poi ha prorogato i commissariamenti e infine ha cambiato, senza apparente motivo, norme che avrebbero dovuto avere come presupposto giuridico la esplicita abrogazione di quanto in contrasto con il Testo unico della sanità umbra. Ciò a dimostrazione che, ancora una volta, sulla direzione della sanità umbra, la Giunta continua a muoversi con improvvisazione, favorendo logiche politiche e di appartenenza, non certo di merito, continuando a mortificare l’Umbria e i suoi professionisti”.