Bori(UNWEB) “Un protocollo promosso dalla Regione Umbria tra Anci (Associazione nazionale comuni italiani dell’Umbria), Assofarm e Federfarma per abolire la tassazione Iva al 22 per cento sull’acquisto degli assorbenti e dei mooncup in vendita presso le farmacie umbre, creando così un maggior risparmio per le persone e garantendo un diritto e, quindi, alle cittadine di poter acquistare questi beni primari ad un prezzo congruo ed equo”. A chiederlo il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, con una mozione sottoscritta da tutti i consiglieri regionali PD che auspica “l’eliminazione della cosiddetta ‘tampon tax’”.

“L’Italia – spiegano i Dem – stando al Global Gender Gap Index, sui temi dell’equità di genere, è al 76esimo posto dei 153 censiti a livello mondiale e 17esima in Europa. La pandemia ha aggravato la situazione: 99mila dei 101mila posti di lavoro persi erano femminili. Inoltre lo smart working ha aumentato il loro carico di lavoro. Tema del dibattito è la tassazione degli assorbenti e dei prodotti sanitari femminili. Già molti movimenti e associazioni femministe si stanno impegnando per l’abolizione della ‘tampon tax’, riducendo la spesa a carico delle donne. Il principio è che le mestruazioni non sono una scelta e che quindi è paradossale l’applicazione dell’aliquota massima, assimilandoli quasi a prodotti ordinari e di lusso. Per questo – proseguono i consiglieri PD – servono interventi che ci mettano in linea con gli altri paesi europei, a partire dalla Francia, che ha ridotto la tampon tax a dicembre 2015, passando dal 20 per cento al 5,5. C’è anche chi, fuori dall’Europa, ha provveduto all’abolizione totale come l’Australia o alcuni stati degli Usa. In Italia ogni donna spende in media, per gli assorbenti, 126 euro all’anno, di cui 22,88 finiscono allo Stato”.

“Una riduzione dell’aliquota – concludono gli esponenti democratici - non solo comporterebbe un risparmio economico importante, specie per le famiglie monoreddito o in situazioni di difficoltà, ma rappresenterebbe una vera scelta politica: la Regione Umbria si dimostrerebbe un’istituzione con una particolare sensibilità verso il mondo femminile, che oltre ad apportare un contributo all’uguaglianza, sarebbe in linea con gli obiettivi europei e delle più alte istituzioni mondiali in tema di parità di genere”.


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