(ASI) Perugia. Come rimanere silenti dopo l'ennesimo richiamo del Sindaco Romizi alla legalità e trasparenza. Ma purtroppo tra il dire e il fare c'è una bella differenza e le vicende tanto di Gesenu che della mancata sottoscrizione della Carta di Pisa lo dimostrano. Sulla questione Gesenu sono molteplici gli interrogativi rimasti senza risposta e ai quali non si vuole rispondere.

Ed infatti il M5S ha proposto e visto approvato in Commissione un ordine del giorno che impegna Sindaco e Giunta a riferire su tutta la vicenda Gesenu in Consiglio Comunale, che avrebbe dovuto essere discusso al Consiglio del 16 novembre, ma il Presidente Varasano ha preferito convocare un Question Time - chiaro segno di boicottaggio, certamente ispirato da chi la trasparenza la declama, ma non perde mai occasione per non praticarla. Il quadro dell'interdittiva antimafia non è nuovo a nessuno, le denunce dei tanti cittadini e comitati sono rimaste inascoltate per anni, da tutte le Amministrazioni, compresa quella attuale, che se solo avessero voluto avrebbero potuto controllare e ostacolare condotte lesive dei diritti dei cittadini. Dirigenti e politici che per anni hanno gestito la partita dei rifiuti in seno all'Autorità d'ambito e al Comune di Perugia, che rimangono nell'ombra di un quadro - quello delineato dalle indagini in corso - che si sarebbe dovuto conoscere. Organi di controllo che evidentemente non hanno controllato, una politica, tutta, destra e sinistra, che ha aspettato l'intervento del Prefetto per accorgersi di ciò che fino a quel momento, nella migliore delle ipotesi, si è preferito ignorare. Un mondo immobile, sfiorato, ma chissà come mai, ad oggi, mai toccato dalle inchieste. Ma se il Sindaco Romizi tiene tanto alla legalità e alla trasparenza, perché non chiede lui di venire a riferire in Consiglio sulla questione Gesenu, perché nonostante da mesi il M5S stia chiedendo di organizzare una iniziativa pubblica per la sottoscrizione della Carta di Pisa, adottata, su proposta del Portavoce Consigliere M5S Cristina Rosetti, dal Consiglio Comunale, a marzo 2015, non ha mai risposto? La Carta di Pisa è più di un codice etico, è uno strumento stringente, volto a combattere la corruzione ed ogni forma di mafia e a promuovere legalità e trasparenza all’interno delle Istituzioni; uno strumento di prevenzione che mira a scongiurare i predetti fenomeni. L'impegno alla sottoscrizione votato in Consiglio comunale si rivolge al Sindaco, a tutti gli assessori, ma anche ai dirigenti, che tanta parte hanno, come dimostra Mafia Capitale, nei fenomeni corruttivi e di criminalità, e a chiunque eserciti un mandato in virtù di nomina o designazione da parte del sindaco ovvero eserciti una funzione rappresentativa o esecutiva per conto dell’Amministrazione Comunale in enti, consorzi e società. Tali e tante le incompatibilità definite dalla Carta, che forse e diciamo forse, molti membri dell'amministrazione non sono nelle condizioni di sottoscriverla...?
Il Consigliere
Cristina Rosetti
(Portavoce Consigliere M5S Comune di Perugia)

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QUESTIONE GESENU: “LA CITTA’ HA DECISO DI COSTRUIRE UN MANDATO PER LA TRASPARENZA E LA LEGALITA’”/ COMUNICATO DEL SINDACO ANDREA ROMIZI
“La città ha deciso di costruire un mandato per la trasparenza e la legalità: questa è la sintesi di giornate complesse che hanno portato alla convergenza unanime di ieri sulla figura di Dante De Paolis. Abbiamo deciso di guardare oltre, con una prospettiva che non si fermi al contingente. Si apre così una situazione ponte fino all’approvazione del bilancio nella primavera del 2016 volta a garantire il risanamento e la stabilità della società, oltre che una azione incisiva per rimuovere le condizioni che hanno portato all’interdittiva antimafia.
A seguito del richiamato provvedimento prefettizio che ha colpito Gesenu, il Comune di Perugia ha seguito con preoccupazione e attenzione massima la vicenda, intraprendendo, pur in qualità di socio di minoranza al 45%, ogni azione idonea a salvaguardare il servizio reso alla cittadinanza, i dipendenti della società, il patrimonio della stessa, ma anzitutto, come già ricordato, la trasparenza e la legalità.
Gli stretti margini statutari che affidano la nomina dell’amministratore delegato ai privati hanno reso particolarmente complessa l’affermazione della volontà del Comune di un cambio di passo nella gestione dell’azienda, anche nello spirito di ripristinare un rapporto di garanzia istituzionale e di fiducia con i cittadini, le stazioni appaltanti, il sistema bancario e le istituzioni.


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