RilancioNarniTerni(ASI) Narni. “Quello di oggi rappresenta un nuovo inizio per il futuro e per la reindustrializzazione dell'area Terni-Narni, nella quale la Regione crede fortemente”. È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso del suo intervento alla iniziativa di presentazione della ipotesi di “master plan” per il rilancio del manifatturiero di Terni e Narni, organizzata da Confindustria Umbria. Un “masterplan” definito sulla base di uno studio realizzato dal The European House-Ambrosetti.


“Oggi - ha aggiunto la presidente - siamo ad una tappa molto importante di un percorso per il quale in questi mesi abbiamo lavorato silenziosamente, per dare corpo concreto ad un progetto di reindustrializzazione di questa area, mettendo in atto una intelligente cooperazione tra pubblico e privato, ed utilizzando al massimo, ed al meglio, tutta la strumentazione pubblica disponibile”.
È possibile, dunque, immaginare una nuova fase di sviluppo industriale dell'area Terni-Narni? E’ possibile che ciò avvenga con un ruolo significativo e propositivo della Regione? Ed è possibile che vi sia un protagonismo anche da parte del governo nazionale? Tre domande alle quali la risposta, per la presidente marini, è “sì, è possibile”.
“Qui potremo realizzare - ha proseguito - anche innovative ed originali modalità di intervento pubblico, realizzando una positiva integrazione di risorse e strumenti operativi tra i livelli istituzionali regionale, nazionale e comunitario”. Per la presidente Marini “appaiono sussistere tutte le condizioni per avviare una iniziativa di politica industriale che guardi alle dinamiche di reindustrializzazione con particolare attenzione alla tenuta delle infrastrutture produttive, rappresentate dall’industria di base, attraverso la ricerca di una linea di politica industriale che comprenda le caratteristiche territoriali dell’area ternano-narnese con la possibile integrazione con le politiche nazionali e comunitarie”.
“Le decisioni di politica industriale in questo contesto – ha aggiunto la presidente Marini - pos¬sono indirizzarsi a settori strettamente manifatturieri, ad altre industrie (ad esempio, i settori energetico, estratti¬vo e dell’edilizia), così come a filiere di servizi ed alle medie e piccole imprese che in negli anni della crisi hanno resistito ed in molti casi incrementato investimenti ed occupazione. Tutto ciò con un ruolo da protagonista anche dell'Università per rafforzare e qualificare le competenze, coerenti - ha concluso - con questo progetto di rinascita economica”.

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