Porzi PDIl consigliere regionale Donatella Porzi (Pd) chiede “misure straordinarie e scrupolose per detenuti, polizia penitenziaria e operatori”. Per Porzi è necessario “fare nostro l’invito del Papa di prestare attenzione nei confronti dei detenuti, anche in Umbria, in questo periodo di crisi socio sanitaria”.

 

(UNWEB) Perugia  -“Facciamo nostro l’invito del Papa di prestare attenzione nei confronti dei detenuti, anche in Umbria, in questo periodo di crisi socio sanitaria”. È quanto dichiara Donatella Porzi, consigliere regionale del Pd, che chiede: “misure straordinarie e scrupolose per detenuti, polizia penitenziaria e operatori”.

“Il settore delle carceri umbre – spiega Porzi – non è stato toccato da agitazioni e rivolte, e neanche da situazioni di contagi a differenza di quanto accaduto in altre regioni. Segno dell’ottimo riscontro dato dall’opera fatta dei quattro penitenziari umbri da parte della dirigenza e del personale, in cui una chiara informazione ha stimolato il senso di responsabilità dei detenuti e la condivisione con il personale. Anche in relazione al monitoraggio effettuato, sui 1451 ospiti, i tamponi effettuati sui soggetti di mobilità sono stati 175 (12,06 per cento) e solo 1 è risultato positivo. Per il personale, su 1009 sono stati effettuati 925 tamponi e solo un soggetto è risultato positivo. Quindi su 2.450 soggetti, 1100 tamponi e due positivi. Numeri importanti, sui quali occorre però avviare una fase di consolidamento”.

“Serve potenziare il comitato di crisi – prosegue Porzi – per sovrintendere e garantire il settore penitenziario. È necessario continuare e accelerare la fase di tamponatura a tutti i detenuti presenti e a tutto il personale, che andrà rafforzato, in quanto le piante organiche nazionali parlano di una sostanziale carenza per l’Umbria. A fianco al tampone, il personale deve essere dotato di dispositivi di protezione individuale e di una adeguata informazione su di essi”.

“La fase due – conclude Porzi – si costruisce anche con l’attenzione a questo campo. Una democrazia e una civiltà adeguata alle sfide del futuro non può prescindere dai valori costituzionali di una pena e di un sistema penitenziario che tenda alla rieducazione del condannato”.