RaffaeleGrifoinanalisi(UMWEB) Perugia. Il Perugia termina con una prestazione estremamente deludente il cammino verso la serie A. Contro il Venezia i grifoni hanno disputato una gara destinata ad entrare, di diritto, nella classifica delle peggiori cinque della stagione.

Tre tiri in porta, di cui due nel primo tempo, per una squadra costretta solo a vincere, rappresentano un bottino magrissimo. Da un punto di vista tattico, Nesta,- il cui operato non può essere giudicato in base ad una sola partita-, non ha aggiunto nulla al Perugia di Breda. Il “genio” Diamanti, così definito dallo stesso allenatore nella conferenza stampa di presentazione, è rimasto imprigionato nella lampada, limitato nelle sortite offensive da compiti di copertura nel ruolo di mezzala. Colombatto ha sfornato una prestazione non sufficiente, Gustafson, quando subentrato, ha fatto anche peggio del compagno di reparto, ma appare francamente impresa titanica, elargire qualche sufficienza. La squadra nel complesso non è stata sufficiente. Santopadre ha dichiarato qualche settimana fa, di aver affidato a Nesta la panchina per giocarsi al meglio questi playoff. La scelta, senza ombra di dubbio, si è rivelata infelice, il 3-0 non ammette repliche, ma ripetiamo, il meno responsabile di questa disfatta è proprio l’allenatore. Quattro playoff (Pisa, Pescara, Benevento, Venezia), quattro bocconi amari da deglutire, stanno a significare che la società in qualcosa ha sbagliato. Tre indizi costituiscono una prova, figuriamoci quattro. È diventata una consuetudine per il Perugia disputare i playoff non da protagonista, bensì da comparsa. Bisognerà necessariamente invertire la rotta, ma per farlo, occorrerà incastrare alla perfezione tanti tasselli, soprattutto durante la sessione estiva di calciomercato, quando si sceglieranno calciatori e allenatore. Le scommesse come ad esempio quella di puntare su Giunti in estate, o su Nesta,- allenatore con alcuna esperienza in serie B,- in una gara decisiva come quella del Penzo, non sempre risultano vincenti. Contro i lagunari ci saremmo attesi una prestazione in linea con le dichiarazioni di Nesta in sede di conferenza stampa di presentazione. Ci saremmo, dunque attesi un undici spavaldo alla ricerca della vittoria. Niente di tutto questo, perché la squadra, sin dalle battute iniziali è apparsa abulica. Troppo poco, come abbiamo scritto in precedenza, hanno rappresentato le due conclusioni di Diamanti dalla distanza o il tiro ravvicinato di Buonaiuto, l’unico in una ripresa completamente da dimenticare. Volendo citare una celebre vignetta del 1997/98 realizzata dal grande artista Marcello Pitorri dopo un Venezia-Perugia, da una parte ci sono stati i lagunari, dall’altra i lacunari. Molti calciatori dovrebbero aver concluso la loro parentesi perugina; è fuori dubbio che dopo una cocente delusione bisognerà necessariamente cambiare qualcosa, magari puntando su alcune certezze, a cominciare dalla panchina.

Raffaele Garinella - Agenzia Stampa Italia