7OZ 1052fine garaTG(UNWEB) Pisa. Battere il Perugia di questi tempi è un gioco da ragazzi. Basta pressarlo a tutto campo e il pallone, stai sicuro, prima o poi lo perde. I grifoni non costruiscono mai niente, perché si vede che non sanno cosa fare e non ci credono neppure loro.

Qualsiasi giocatore, quando ha palla tra i piedi, non sa cosa fare, non sa prendersi una responsabilità che sia una. I contrasti vengono persi regolarmente, sulle seconde palle si arriva sempre secondi. E, in difesa, prima o poi il gollazzo si subisce, anche su questo ci si può rimettere l’orologio. Oggi a Pisa è andata puntualmente così, come già nelle ultime partite. Una squadra impaurita ha retto  il campo fin quando il Pisa (squadra modesta, ma ordinata e capace di lottare a tutto campo fino all’ultimo secondo) dopo la mezz’ora non ha pigiato un po’ più sull’acceleratore. Il primo tempo è finito con il Perugia in  affanno  e la ripresa è iniziata allo stesso modo. Un siluro di Marconi fuori di un soffio e un doppio miracolo di Vicario su Marconi e Marin sono il preludio al gol di Vido, prima rete stagionale da ex. Poi uno stillicidio fino alla fine, col Perugia letteralmente incapace di tirar fuori l’anima e il carattere e in grado  di arrivare in area solo un paio di volte. Palle buttate in avanti senza idee e costrutto. Un grigiore desolante, una pochezza incredibile, una mediocrità senza sfondo. Qualcosa da togliere respiro e  grinta perfino a Cosmi, che evidentemente, dopo gli sfoghi di due settimane fa, non sa più che pesci prendere. Mai un’azione ragionata e concludente, mai una manovra iniziata e conclusa con la convinzione che ci si aspetterebbe da giocatori che non possono essere così tecnicamente scarsi e così sprovveduti sul piano della personalità come stanno invece dimostrando. Mai densità di maglie rosse in nessuna zona del campo, mai una conclusione convinta e sensata verso la porta avversaria. Il ritiro in vista delle prossime due partire contro Benevento e Salernitana non potrà  essere la panacea di tutti i mali. Si spera serva a qualcosa, ma qui ci vorrebbero non pannicelli caldi, ma una medicina forte e mirata al male profondo di una squadra evidentemente sopravvalutata, soprattutto nella zona centrale del campo, nella quale il mercato di gennaio avrebbe dovuto dare risposte che non sono invece arrivate. Ma il problema principale sta evidentemente nelle teste dei giocatori, per cui la soluzione non sarà facile da trovare. Intanto, per aiutare a ricostruire un qualche clima utile, la società dovrebbe interrompere il silenzio stampa. È il tempo di spiegare bene come stanno le cose ai tifosi tramite i media. Tutti i media, senza scegliersi gli interlocutori, perché adesso, nella situazione difficile in cui è la squadra, tutti possono essere utili, nei rispettivi ruoli. Tutti.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia