Comotto2508204(UNWEB) Perugia. Comotto: Ripartire uniti per vincere. Solo giocatori disposti al sacrificio e disposti a stare in mezzo ai tifosi. Sulla comunicazione non ripeteremo gli errori fatti.

 Perugia casa mia, tornare è un’emozione.

Tornare a Perugia è stata un’emozione intensa. L’ultima volta era stato per il mio addio al calcio giocato. Ora torno qui per il mio incarico di direttore generale. Vivo questo momento con una forte carica sentimentale. Ringrazio il presidente Santopadre per questa opportunità meravigliosa che mi rende felice. A Perugia mi sento a casa mia.

Le veci di Santopadre

Una settimana fa stavo andando a Milano a vedere la mia nuova casa quando mi è arrivata la chiamata di Santopadre e all’improvviso si è materializzato l’ennesimo cambiamento della mia vita. La mia è una scelta di cuore, come spesso mi capita di fare, per un ruolo prestigioso, che mi dà stimoli e voglia di migliorare. So cosa posso rappresentare per il Perugia, dove ho lasciato un buon ricordo. Ma  so anche che per raggiungere i risultati e confermare questo rapporto  ci dovrò mettere impegno. Come direttore generale sarò il riferimento della società  sia dal punto di vista tecnico che organizzativo. In particolare, farò le veci del presidente quando lui non potrà essere presente a Perugia. Questo per assicurare la continuità di presenza in sede della dirigenza societaria.

Tirare un linea e ripartire con entusiasmo e unità. Per vincere.

La prima cosa che dobbiamo fare tutti insieme, tutte le componenti, è tirare una linea sul passato. Occorre riportare entusiasmo, voglia di vincere e unione, come c’era nella precedente serie C quando mi ricordo che tutta una città spingeva la squadra. Vincere è difficile in tutte le categorie e questo non bisogna nascondercelo. Ma occorre avere ambizione e so che tutti insieme possiamo farcela.

Presto l’allenatore. Come giocatori sceglieremo solo chi ha voglia di sacrificarsi

La bontà del progetto della società è dimostrata dal fatto che il presidente in pochi giorni si è rimboccato le maniche e ha scelto il nuovo dg e il nuovo ds. Per l’allenatore siamo in chiusura. Per i giocatori, partiamo dai 20 giocatori di proprietà.  Con loro dovremo guardarci negli occhi e capire chi davvero vuole sposare il nuovo progetto con voglia di sacrificarsi per ripartire. Chi è disposto a farlo, è dei nostri. Chi non lo è, no. Ancora non abbiamo parlato con i giocatori, non c’è stato tempo. E le questioni tecniche comunque le seguirà il direttore sportivo. In ogni caso, non mi preoccupa di poter ricevere tanti rifiuti, perché Perugia è una squadra ambiziosa e ci sono molti giocatori che ci vengono volentieri. In ogni caso, le caratteristiche che vogliamo nei nostri giocatori, aldilà della categoria di provenienza, sono la fame, la voglia di lottare e vincere, di andare oltre l’ostacolo, cioè sedi sposare il progetto.

I giocatori devono stare in mezzo ai tifosi.

Nel rapporto coi tifosi, il mio contributo può essere quello di far capire quanto il presidente ci tenga a questa città. Occorre ricreare un rapporto diretto, nonostante le difficoltà che pone il covid. A questo scopo, voglio che i giocatori vadano per strada e abbiano contatto con la gente. Non bisogna aver paura di comunicare perché i tifosi possono dare una spinta verso l’obiettivo. Faremo di tutto perché questo avvenga.

La comunicazione

Anche nel settore della comunicazione il mio ruolo sarà quello di fare da tramite tra il presidente, gli organi di stampa e la gente. Ho visto il presidente con tanta voglia di ripartire, siamo consapevoli degli errori fatti e intenzionati a non ripeterli.

Presto l’inizio della preparazione

Il tempo stringe perché le altre squadre hanno già iniziato la preparazione. Noi comunque appena arriverà il nuovo mister ci metteremo al lavoro. Il Perugia ha finito per ultimo e uno stacco mentale e  fisico ci voleva. Ma dall’inizio della prossima settimana riprenderemo l’attività e presto avrà inizio la preparazione.

Giannitti

Il nuovo direttore sportivo Giannitti me lo ricordavo dai tempi della serie C e delle battaglie col Frosinone di quell’anno. È stato lui a ricordarmi l’episodio di Gucher che mi fratturò  il naso nella partita d’andata. Giannitti ricorda la mia determinazione in quella partita.

 

Comotto dirigente

Da Firenze mi porto dietro una crescita dirigenziale. La mia caratteristica da giocatore era la grinta, cosa che da dirigente devo cercare di contemperare con una maggiore capacità di mediazione. Anche se, poi, sono uno che media ma, quando vedo che le cose non prendono il verso che io ritengo giusto, tendo a chiudere, perché la mediazione va bene ma se non si scende a compromessi troppo al ribasso. Comunque ho sempre pensato che si può migliorare ad ogni età, specie a inizio carriera.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia


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