fil rouge 1Al centro diurno ‘Il Forabosco’ si è tenuta la giornata conclusiva. Il Covid non ha fermato la serie di attività che hanno portato gli ospiti della struttura a misurarsi con la natura e l’arte manifatturiera

(UNWEB) 13 febbraio 2020 – 14 maggio 2021: ‘Fil Rouge’ ha fatto rete e non si è fermato nemmeno di fronte al Coronavirus. Si è tenuta presso il centro diurno ‘Il Forabosco’ la giornata conclusiva del progetto di comunità volto a sostenere la riabilitazione e l’inclusione sociale di persone con DSA” (disturbo dello spettro autistico). Un’iniziativa finanziata dalla Regione Umbria e promossa dall’associazione Cassiopea APS Onlus (capofila), in partnership con l’ Associazione Intrecciamo i Fili APS e con la collaborazione della Fondazione Aurap, che riunisce genitori di giovani adulti con DSA e gestisce il centro diurno Forabosco, della Cooperativa Asad, della Usl Umbria 1 e della Fattoria didattica Azienda Agricola ‘Gli Allori’ di Santa Cristina di Gubbio, esperti in ricerca di erbe spontanee ed in estrazione di colori naturali per la tintura di filati e tessuti.

Quindici mesi nei quali i ragazzi del ‘Forabosco’ hanno ampliato il loro rapporto con la natura e ricavato da essa, i colori e le risorse necessarie per realizzare dei manufatti pregiati, attraverso i segreti dell’arte tessile e manifatturiera.

“Siamo molto soddisfatti – dichiara Demetrio Catillo Presidente dell’Associazione Cassiopea – perché siamo riusciti a raggiungere i due obiettivi che ci eravamo prefissati in partenza. Il primo, legato alla creazione di una rete di soggetti e partner in grado di collaborare per dare risposte e sostegno all’ inclusione sociale di persone con DSA. Il secondo legato agli stessi ragazzi, che attraverso gli insegnamenti dei vari esperti hanno acquisito delle competenze e delle abilità che saranno loro utili in vista anche di un futuro lavorativo. Non è stato facile portare avanti questo progetto nel pieno di una pandemia, ma tutti abbiamo messo in campo qualcosa in più e alla fine lo chiudiamo consapevoli di aver fatto bene”.

Soddisfazione che emerge anche dalla parole di Gabriele Ferranti, membro del Comitato Esecutivo di Aurap. “Il Covid ci ha chiaramente condizionato. I nostri ragazzi sono rimasti chiusi rispetto al mondo esterno, ma le attività svolte e la costruzione di un laboratorio all’interno della struttura, rappresentano degli elementi molto importanti rispetto al loro futuro lavorativo”.

I ragazzi si sono misurati con procedure e strumenti che hanno richiamato tradizioni antiche presenti nell’epoca preindustriale.

“Questo è uno degli aspetti più significativi ed affascinanti – sottolinea Giuseppe Bolognini, Segretario dell’associazione Intrecciamo I Fili – che dà valore al lavoro svolto e alla manualità con cui è stato realizzato”.

Un’esperienza che il centro diurno ‘Il Forabosco’ è pronto a ripetere con l’obiettivo di coinvolgere anche soggetti provenienti dall’esterno.

“Se ci sarà consentito rispetto all’emergenza che stiamo vivendo – dichiara Tiziana Cittadini, educatrice de ‘Il Forabosco’ – proveremo a trasferire le competenze acquisite ad altre persone che soffrono di DSA. Ho visto i nostro ragazzi emozionati nel rapportarsi con la natura, nel ricercare piante, lavorarle e poi tessere i fili”.

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