Monastero femminile benedettino di S Caterina PerugiaLa madre badessa suor Caterina: «nell'altro Benedetto vede non un uomo, ma ciò che l'uomo ha dentro di sé: l'immagine di Dio»

(ASI) Perugia. Le monache benedettine di Santa Caterina in Perugia si apprestano a vivere la solennità del loro fondatore, san Benedetto abate Patrono d’Europa, che la Chiesa celebra l’11 luglio, fin dalla vigilia (venerdì 10, ore 18), invitando i fedeli e quanti voglio approfondire e conoscere gli insegnamenti cristiani e sociali della regola Ora et Labora ad un incontro di preghiera all’interno del loro Monastero ubicato in Corso Garibaldi n° 179. Sarà affrontato un tema di grande attualità: “L’Accoglienza del forestiero secondo la regola e la prassi benedettina”. Sono stati chiamati a relazionare mons. Elio Bromuri, vicario episcopale per la cultura dell’Archidiocesi, e Franco Mezzanotte, professore emerito di Storia Medioevale presso l’Ateneo perugino. A seguire (ore 18.30) la celebrazione eucaristica in onore di san Benedetto presieduta da mons. Bromuri e, al termine, il concerto di musica d’organo di suor Maria Benedetta.

Atteso per sabato 11 luglio (ore 7.30) è il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, che visiterà la comunità monastica benedettina di clausura e celebrerà con le religiose la S. Messa nel suggestivo Coro della chiesa del Monastero.

A spiegare il tema scelto per la ricorrenza di quest’anno, è la madre badessa suor Caterina, o.s.b., nell’evidenziare che «san Benedetto dà molta importanza all'accoglienza dell'altro sia questo un ospite, un pellegrino, un aspirante alla vita monastica, per tutti c'è un'attenzione particolare, unica, personalizzata, perché nell'altro Benedetto vede non un uomo, ma ciò che l'uomo ha dentro di sé: l'immagine di Dio».

«E' questo un insegnamento fondamentale per noi cristiani del XXI secolo alle prese con le nuove immigrazioni – commenta la madre badessa –, con l'incontro-scontro di nuove culture che sembrano divorare, annientare la nostra, ma che nulla di questo fanno se solo sappiamo rimanere fedeli, noi cristiani, al mandato che ci è stato dato di amarci gli uni gli altri, così come siamo stati amati noi e, appunto, di riscoprire in chi mi si avvicina, l'immagine del Dio che professiamo».