be9d87be 2713 13d5 1015 c24ac9b90be7UmbriaEnsemble – ERFestival Sabato 3 Dicembre, ore 18 Oratorio di S. Rocco, Imola (BO)
Musica ai Musei  “F. J. Haydn. I Trii londinesi”


UmbriaEnsemble – Ministero della Cultura/Circolo Angelini
Domenica 4 Dicembre, ore 16.30 Sala Gotica Museo Diocesano   Città di Castello (PG)
Suoni di Boschi e d'Abbazie 
“All’immortale amata. Beethoven, la Musica e le lettere”

 

                 Parafrasando Italo Calvino, Classico è ciò che non finisce mai di dire quello che ha da dire. E lo dice con la forza e l’autorevolezza di chi sa sempre lasciare un segno perché parla a quell’intimo e profondo essenziale, invisibile alla varietà di superficie.

                   In Musica, si dà anche un Classico della Musica Classica, destinato dunque ad un’eterna attualità che – com’è facile immaginare – vince i secoli che dividono produzione e fruizione perché non finisce mai di dire quello che ha da dire. È il caso di quella stagione d’oro altrimenti chiamata Prima Scuola di Vienna che ha in Haydn, Mozart, Beethoven – solo per restare nel canonico ritmo triadico – i suoi insuperabili campioni, e che ha lasciato all’umanità tutta un repertorio intellettuale e artistico di inestimabile valore. Con due appuntamenti, in Emilia Romagna e in Umbria questo fine settimana, l’UmbriaEnsemble celebra il Classico in Musica in due luoghi di grande interesse monumentale.

               Sabato 3 Dicembre, a Imola, l’Oratorio di San Rocco, al piano superiore della Chiesa di Valverde, tornato oggi agli antichi splendori dopo una sapiente opera di restauro, con i suoi quattrocento anni esatti di vita – era stato edificato nel 1622 in onore del Santo protettore contro la peste - sarà il prezioso scrigno per i Trii londinesi che Haydn scrisse nel 1794 /95. Un piccolo corpus di quattro Trii caratterizzati dalla composta eleganza del compositore austriaco che tuttavia è animata, qui, dalla vivacità e dalla ricchezza espressiva ispirate a quello stile popolare che segna le opere haydniane degli ultimi anni. Organizzato da Emilia Romagna Festival, per la rassegna Musica ai Musei, il Concerto vede l’esecuzione dei Trii londinesi nella loro versione originale, con due flauti (Massimo Mercelli e Fulvio Fiorio) e violoncello (M. Cecilia Berioli).

                 Un solo anno divide i Trii londinesi di Haydn dal monumentale  Trio per Archi op. 3 n° 1 di Ludwig van Beethoven. Dall’anziano Padre del Quartetto (e della Sinfonia), al giovane Titano della Musica, il passaggio di testimone è più profondo che lineare. Domenica 4 Dicembre, nella Sala Gotica del Museo Diocesano di Città di Castello - l’antica Castrum Felicitatis nell’Alta Valle del Tevere - UmbriaEnsemble (Marco Fiorini, Violino; Luca Ranieri, Viola; M. Cecilia Berioli, Violoncello; Domenico Benedetti Valentini, Voce narrante) nell'ambito della rassegna Suoni di Boschi e d'Abbazie, porta in scena la Musica di Beethoven, con il capolavoro giovanile dell’op.3, e le meno frequentate pagine manoscritte destinate ad una lettura più privata: ai suoi fratelli, Kaspar e Nikolaus, è destinato infatti il Testamento - detto di Heiligenstadt - dove il compositore confida ai familiari la disperazione per la sua condizione di solitudine, pur in un contesto di vita sociale, ed il dovere dell’eroismo del quotidiano; e le lettere, lettere appassionate, dove l’amore palpita in ogni sua sfumatura, dalla più intensa alla più soave. Lettere destinate ad una mai meglio identificata Immortale Amata, alla quale neppure la più scrupolosa ricerca storico-musicologica ha saputo dare un nome ed un volto.

                 Ma poco importa, in fondo: ciò che conta va oltre l’occasione del nome e del volto, e come ogni Classico, non finisce mai di dire quello che ha da dire.