Stefano Leoni (presidente di FAST Confcommercio): “Il Consiglio regionale ha fatto propria la nostra battaglia, che non riguarda solo le nostre imprese ma anche l’identità delle nostre città e dei nostri borghi”

(UNWEB) La battaglia delle imprese umbre legate al turismo per entrare a far parte a tutti gli effetti della filiera turistica, con tutto ciò che comporta anche in termini di sostegni ed incentivi, è approdata in Consiglio regionale.
L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha infatti approvato una mozione che impegna la Giunta ad attivarsi presso tutte le sedi istituzionali competenti perché queste imprese siano identificate con un unico specifico codice Ateco che le qualifichi come appartenenti alla filiera del turismo.
“La nostra è una battaglia di principio, ma con risvolti molto concreti per attività ed esercizi commerciali che, nell’emergenza economica seguita alla pandemia, sono risultati esclusi da tanti interventi di ristoro previsti per altri settori”, dice Stefano Leoni, presidente di FAST, Federazione Attività Settore Turismo aderente a Confcommercio.
FAST, nata ad Assisi su stimolo ed impulso di imprenditori protagonisti anche di una lunga mobilitazione per richiamare l’attenzione sui problemi specifici di questo comparto, è la prima associazione costituita in Italia per rappresentare la vasta platea di imprese, spesso di piccole dimensioni, che si occupano della vendita di prodotti prevalentemente destinati ai turisti.
“Siamo partiti da problemi molto gravi e concreti emersi sul territorio e ora ci guardano con interesse a livello nazionale. Ma, soprattutto”, sottolinea il presidente di FAST, “si cominciano a vedere i primi risultati della nostra azione, che stiamo portando avanti a tutti i livelli, regionale e nazionale, con il sostegno di Confcommercio.
Ringraziamo il Consiglio regionale dell’Umbria per aver accolto le nostre istanze. Sappiamo che la strada è ancora lunga e non facile, ma abbiamo già dimostrato la nostra determinazione nel voler cambiare le cose.
Ci guida la consapevolezza di fare la cosa giusta: la nostra battaglia non riguarda solo le nostre imprese e le nostre famiglie, ma anche l’identità delle nostre città e dei nostri borghi, dove rappresentiamo un presidio prezioso per la sicurezza e la qualità della vita.
In pochi mesi abbiamo ottenuto il riconoscimento di Assisi e altre città umbre come città santuario destinatarie di specifici interventi; abbiamo finalmente avuto accesso ai primi bandi pubblici.
Le nostre ragioni stanno facendo breccia nella politica e nelle istituzioni. Questo ci consente di guardare avanti con la determinazione di sempre e con rinnovata fiducia”.