Urgenti due provvedimenti: proroga dell’estensione dell’occupazione del suolo pubblico a tutta l’estate per tutti i pubblici esercizi del Comune; pagamento del canone in almeno tre soluzioni

(UNWEB) Amareggiati, delusi, preoccupati: gli operatori dei pubblici esercizi di Perugia, settore ben lungi dall’essere uscito dalla crisi, continuano ad aspettare un segnale concreto di attenzione da parte dell’amministrazione comunale, almeno sul fronte dell’occupazione del suolo pubblico. Una richiesta di intervento che potrebbe fare la differenza tra poter lavorare con una qualche prospettiva per il futuro o non riuscire più a sopportare i costi di una gestione diventata troppo onerosa.
Dopo le prese di posizione pubbliche dei giorni scorsi, Confcommercio Perugia e Fipe Umbria tornano sulla questione con una lettera – firmata dal presidente di Fipe Umbria Romano Cardinali e dal presidente di Confcommercio Perugia Sergio Mercuri - indirizzata al sindaco del Comune di Perugia Andrea Romizi al quale si chiede con urgenza un incontro chiarificatore in modo da affrontare, nell’immediato, due questioni in questi giorni decisive per i pubblici esercizi.
La prima riguarda la possibilità di estendere l’occupazione del suolo pubblico, così come consentito durante la pandemia, a tutto il periodo estivo e per tutte le attività del Comune.
La possibilità di utilizzare più ampi spazi all’aperto sarebbe strategica per le imprese non solo per ragioni di sicurezza ma anche economiche, considerando che in questi due anni si sono organizzate per rendere maggiormente accoglienti gli spazi esterni delle proprie attività, con un esborso di risorse che nel tempo dovrà essere ammortizzato onde evitare altri elementi di criticità.
Lo hanno capito bene altri Comuni d’Italia che hanno prorogato il piano straordinario dei dehor, come Bologna, Cattolica o Ascoli. E il decreto Milleproroghe, in virtù delle semplificazioni amministrative che prevede, consentirebbe questa possibilità.
La seconda richiesta, non meno importante viste le difficoltà economiche delle imprese, riguarda la possibilità di diluire il pagamento del canone per l’occupazione del suolo pubblico almeno in tre soluzioni: una prospettiva rispetto alla quale il sindaco Romizi ha dichiarato alla stampa la sua apertura, ma che non si è ancora tradotta in fatti normativi concreti.
“La lunga notte dei pubblici esercizi sembra non avere fine: l’amministrazione comunale di Perugia deve comprendere le ragioni delle imprese che cercano di sopravvivere”, sostengono a una voce Fipe e Confcommercio Perugia.
“Non bastavano due anni di pandemia che hanno azzerato quasi tutto il giro d'affari del settore con conseguenze pesantissime dal punto di vista occupazionale. Quando sembrava intravedersi qualche spiraglio di luce, è arrivata la guerra tra Russia e Ucraina con l’improvviso rialzo dei prezzi delle materie prime e dell’energia che ha fatto ricadere gli imprenditori del settore nella nebbia dell'incertezza.
In queste condizioni è difficilissimo continuare a lavorare e dare lavoro. Ci aspettiamo un aiuto concreto dall’amministrazione comunale di Perugia, perché per noi l’emergenza non è mai finita”.
Il Rapporto ristorazione 2021 della Fipe conferma questa situazione gravissima: 194mila professionisti di bar e ristoranti persi in Italia nel periodo della pandemia. Per 6 imprese su 10 il ritorno ai fatturati pre-Covid non arriverà prima del 2023.