Anfieatro Panicale2L'opera richiama il teatro greco e può ospitare fino a cento spettatori. Evento inaugurale nel nome di Pasolini e Drake


(UNWEB) – Panicale,  – Con due distinti omaggi, a Pier Paolo Pasolini e a Nick Drake, venerdì 26 agosto verrà inaugurato “Anfiteatro Panicale” di Beverly Pepper.
Taglio del nastro ufficiale dunque per l’opera ambientale che la grande artista statunitense ha donato al Comune di Panicale nel 2011.
Il progetto fu realizzato negli anni Novanta e venne presentato per la prima volta nel 1998 in occasione della mostra antologica “Beverly Pepper Trent’anni di scultura” presso Forte Belvedere a Firenze. Il forte e duraturo legame dell’artista con l’Umbria l’ha in seguito portata a donare l’opera a Panicale.
L'opera è parte integrante del percorso tematico “Panicale contemporanea” insieme alle sculture Arco rovesciato di Mauro Staccioli e Cristalli in formazione di Virginio Ferrari.
Realizzato su un declivio ai piedi del borgo, Anfiteatro Panicale non è da considerarsi un mero monumento celebrativo dell’arte. Esso infatti è al tempo stesso un'opera d'arte autonoma e un teatro funzionante, che può accogliere spettacoli di musica, danza e altri tipi di performance e un centinaio di spettatori.
Come accade per le altre opere, anche in questo caso Pepper dialoga con l’ambiente circostante. Le sue sculture si inseriscono nello spazio come presenze concrete con le quali lo spettatore può relazionarsi e interagire. Per l’artista infatti progettare una grande scultura pubblica non poteva prescindere dal considerare il contesto architettonico e naturalistico nel quale si andava ad inserire.
Come detto, per l’inaugurazione di Anfiteatro Panicale, il prossimo 26 agosto, si è scelto di ospitare due distinti eventi. Alle ore 19 Carolina Balucani (voce narrante) e Mirco Bonucci (commento musicale voce) presenteranno “Io vengo qui dove non c’è nessuno perché è solo primavera”, letture tratte da Pier Paolo Pasolini.
Alle ore 21 sarà invece la volta di “Songs in a conversation”, omaggio a Nick Drake a 50 anni dall’uscita del suo ultimo lavoro discografico “Pink Moon”. Sul palco il violinista e compositore Rodrigo D’Erasmo e il cantautore Roberto Angelini. Lo spettacolo, inserito nel cartellone di Moon in june, nasce dal desiderio di testimoniare la grande passione per l’intramontabile Nick Drake, per tramandare e far conoscere ai giovani musicisti la sua eredità artistica e poetica, ricca di fragilità, lirismo e sensibilità, dando un tocco contemporaneo e moderno per restituire la magia e il carattere onirico delle versioni originali. In caso di pioggia si terrà al Teatro Comunale Cesare Caporali di Panicale, con lo stesso programma.
L’evento è organizzato con il patrocinio e il sostegno del Comune di Panicale e in collaborazione con la Pro-loco di Panicale.

L’OPERA
L’artista ha sfruttato il declivio naturale del luogo ridisegnando la collina e realizzando un palcoscenico definito da un grande muro in acciaio, creando una scultura che è al tempo stesso un'opera d'arte autonoma e un teatro funzionante. Le gradinate, delineate con blocchi di pietra locale, fungono da sedute per gli spettatori.
L’opera è un richiamo diretto al teatro greco, ritrovando infatti gli elementi della “scena” e della “cavea”; nell’Antica Grecia il teatro era posizionato su un’altura naturale capace di permettere la disposizione di sedute per gli spettatori e una concavità del terreno per il palco, dietro il quale non era installato nessun ostacolo visivo per non oscurare la visione dell’ambiente circostante. Durante il periodo romano, la concezione strutturale e architettonica degli anfiteatri muta, chiudendo lo spazio ad esso adibito, dunque impedendo di percepire l’ambiente esterno alla scena. La decisione dell’artista di riportare il teatro al suo stato primordiale e in contatto diretto con l’ambiente, alimenta il bisogno di riavvicinamento tra uomo e natura, contatto perso nel processo di civilizzazione e urbanizzazione, sottolineando una totale integrazione e complementarietà. La natura, che circonda l’opera, sembra affluire al suo interno da ogni lato, ciò sottolinea il forte connubio opera-ambiente, ma definisce anche l’importanza della natura nella vita dell’essere umano, necessaria e onnipresente, anche quando così non sembra.