visita san domenico  92(ASI) Perugia – La parte superiore del magnifico Campanile di San Domenico la fecero abbattere quando fu costruita la Rocca Paolina per liberare il tiro delle artiglierie dell'esercito dello Stato Pontificio, la cui visuale verso sud-est era appunto "intercettata" dal volume del Campanile che all'epoca raggiungeva l'altezza di ben 85 metri contro i 60 attuali. Perugia ed il Complesso di San Domenico persero così ciò che – come scrisse fra' Giacomo Gualtieri – "sarebbe dovuto restare a meraviglia del mondo".


Ancora oggi dalla sommità di ciò che resta del Campanile è possibile però osservare un panorama di Perugia e delle valli che la circondano, unico ed affascinante.
"E' stata un'esperienza straordinaria, di grande suggestione poter salire fin sulla cime del Campanile e ammirare il meraviglioso panorama che offre": è il commento della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini che assieme alla vice presidente della Giunta, Carla Casciari, ha visitato l'intero complesso monumentale di San Domenico, accompagnata dall'architetto Giulio Ser-Giacomi che ha diretto i lavori di restauro del Campanile, della Sagrestia e parte delle coperture, rimasti danneggiati dal sisma del 1997.
Interventi finanziati dalla Regione Umbria con i fondi per la ricostruzione, per oltre 2 milioni e 200 mila euro, ai quali si aggiungono 800 mila euro del Ministero per i Beni culturali e risorse provenienti da donazioni, per un importo complessivo di oltre 3 milioni di euro.
L'architetto Ser-Giacomi accompagnando la presidente Marini e la vicepresidente Casciari, ha mostrato la grande complessità degli interventi di restauro che sono ora completati e grazie ai quali è possibile poter visitare ed ammirare le parti più nascoste della "grande fabbrica" di San Domenico.
La costruzione di San Domenico, voluta dall'ordine dei Domenicani per segnare la loro presenza nel cuore dell'antica Perugia ed il ricordo della permanenza in città dello stesso San Domenico, fu avviata nei primissimi anni del 1300, secondo uno stile Gotico ispirato a sobrietà, eleganza ed imponenza. Il complesso fu poi ampliato nel '400 e ricostruito – dopo una serie di crolli - nel '600 dall'architetto Pontificio Carlo Maderno.
Marini e Casciari prima della visita si sono intrattenute a colloquio con padre Francesco D'Amore, priore di San Domenico e con tutta la comunità dei Domenicani che vi risiede.
"Essendo stati ormai ultimati i lavori di restauro – ha detto la presidente Marini – sarebbe davvero bello poter consentire visite guidate per far conoscere la straordinaria bellezza di questo complesso".
Nel corso del colloquio si è quindi discusso anche della possibilità di dar vita, con il sostegno della Regione, ad un progetto per la fruibilità di questo importante patrimonio storico e artistico dell'Umbria, che possa coinvolgere le giovani generazioni anche alla luce delle opportunità offerte da "garanzia giovani".

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