BoriIl capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori interviene sul ritorno all’interruzione volontaria di gravidanza senza ricovero ospedaliero e chiede “la piena e completa attuazione della legge 194, il rafforzamento della rete consultoriale, delle strutture ginecologiche ospedaliere e la promozione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole. Nostro obiettivo è, nel breve termine, quello di ottenere la contraccezione gratuita”.

 

(UNWEB) Perugia,  “Finalmente, dopo quattro lunghissimi mesi in cui l’Umbria ha conosciuto una delle pagine più buie della propria storia, la giunta Tesei si è adeguata alle nuove linee guida del Ministero in merito all’interruzione volontaria di gravidanza, in particolare per la modalità farmacologica. Termina così un capitolo buio di storia regionale caratterizzato dal tentativo di un colpo di mano di una parte della destra oscurantista per far tornare la nostra Umbria indietro di decenni”: così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, in relazione al ritiro della delibera sull'IVG.

“Anche in Umbria – prosegue - sarà possibile scegliere senza il ricovero ospedaliero forzoso di tre giorni e fino alla nona settimana. Si tratta di una vittoria delle forze sane dell’Umbria, delle donne e di tutti coloro che hanno a cuore i diritti civili, conquistati dopo anni di lotte, ma anche e soprattutto della medicina basata sull'evidenza. Questo, per noi, non deve essere un traguardo, ma un punto di partenza. Come forza progressista e riformatrice, il nostro compito sarà quello di lavorare per una vera rivoluzione culturale, propedeutica ad un nuovo lavoro, capillare, da effettuare con tutti i cittadini dell’Umbria. Occorre la piena e completa attuazione della legge 194, il rafforzamento della rete consultoriale, delle strutture ginecologiche ospedaliere e la promozione dell’educazione alla sessualità e all’affettività nelle scuole. Nostro obiettivo è, nel breve termine, quello di ottenere la contraccezione gratuita”.

“Chiediamo – continua il capogruppo Dem - che gli ospedali si organizzino in fretta per applicare le procedure e soprattutto che la pratica dell'aborto farmacologico si possa finalmente fare anche nei due principali ospedali della Regione, quello di Perugia e di Terni, che oltretutto sono ospedali di insegnamento nei quali gli operatori sanitari in formazione apprendono le modalità di somministrazione e controllo della pratica sanitaria. Auspichiamo anche che la Regione - conclude - aggiorni il nomenclatore tariffario in modo da permettere ai consultori, adeguatamente attrezzati e formati, di praticare l'IVG farmacologica con modalità ambulatoriali”.