191555764 3008500836053601 3974145812044901845 n(UNWEB)  Riunione della Seconda Commissione, presieduta da Valerio Mancini, interamente dedicata alla linea di intervento ‘26’ del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) predisposto dalla Giunta regionale, riguardante la gestione del ciclo dei rifiuti e il revamping impiantistico. Dopo aver ascoltato, in audizione, nelle scorse settimane, l’assessore regionale Roberto Morroni, il presidente di Auri, Antonino Ruggiano, il direttore regionale Stefano Nodessi, i gestori degli impianti e amministratori locali, la seduta odierna è stata un approfondimento del tema rispetto a quanto emerso nelle riunioni precedenti, anche rispetto a una ulteriore documentazione progettuale recapitata al presidente Mancini e a tutti i commissari da parte di alcuni gestori degli impianti, parte della quale non ricompresa nelle proposte della Regione inserite nel Piano regionale di ripresa e resilienza.

Su proposta del Presidente Mancini, la Commissione provvederà alla stesura di una Proposta di risoluzione quale sintesi del lavoro svolto, documento che verrà tuttavia redatto dopo aver ascoltato nuovamente l’assessore Morroni e il Comitato scientifico rispetto allo stato dell’arte del nuovo Piano regionale dei rifiuti.

Come lo stesso Mancini ha tenuto a sottolineare in chiusura dei lavori, quella presentata in Commissione dai gestori degli impianti e da Amministrazioni locali rappresenta una “interessante documentazione che potrà risultare utile alla Giunta per valutare se le proposte in essa contenute possano risultare organiche alla gestione e alla chiusura del ciclo dei rifiuti. I progetti degli impianti, già inseriti all’interno del Pnrr, rappresentano certamente un ottimo lavoro – ha detto Mancini -, ma, in considerazione che il Piano possa essere comunque arricchito con nuove previsioni progettuali, come affermato dalla stessa presidente Donatella Tesei, provvederemo a trasmettere alla Giunta le proposte elaborate soprattutto dalla parte pubblica che gestisce il sistema e che potranno risultare utili all’ottimizzazione del ciclo. Il tutto visto in un’ottica regionale e non localistica. I 37 milioni di euro previsti nel Piano sono comunque totalmente insufficienti per prevedere impianti adeguati per abbattere al massimo la percentuale di conferimento di rifiuti in discarica”.

Vincenzo BIANCONI (Misto-vice presidente Commissione) ha definito utile allargare l’analisi sul tema. “La sensazione – ha detto – è che si guardi la situazione in un’ottica troppo localistica. Manca una visione generale della gestione dei rifiuti. È auspicabile un approccio che prescinda dal passato e dallo stato attuale e guardi con determinazione verso il futuro”. Michele BETTARELLI (Pd) ha rilevato come sia “evidente che alcuni territori sono stati dimenticati. Manca un quadro di insieme in una visione complessiva regionale. È importante capire come potrebbero essere inserite le progettualità proposte in un ambito complessivo”. Daniele CARISSIMI (Lega) ha rilevato che “l’organizzazione in Umbria origina da una impostazione storica che prevedeva 4 sub ambiti con la relativa situazione impiantistica. Si tratta di un modello inadeguato. Bisogna ragionare su base regionale. Bisogna ripartire da zero e capire bene le necessità ed il fabbisogno impiantistico a livello regionale. La Regione è chiamata ad avere un ruolo attivo con una funzione chiara sul recupero dei rifiuti urbani regionali”. Thomas DE LUCA (M5S) “la programmazione regionale deve essere legata alla valutazione dei fabbisogni. Parlare di rifiuti deve portare a parlare di economia circolare attraverso un’ottica di filiera. Dobbiamo fermarci a ragionare di quale impiantistica l’Umbria ha bisogno, tenendo conto delle vocazioni territoriali rispetto a filiere produttive. Serve un’impiantistica legata alla valorizzazione delle materie prime seconde. Così si potrà fare un buon lavoro che porti alla autosufficienza e alla piena sostenibilità del ciclo dei rifiuti”. Fabio PAPARELLI (Pd): “Respingo l’idea che in passato non ci sia stata programmazione. Il Piano dei rifiuti vigente ha circa sette anni e in alcune parti non è stato attuato. Rischia di essere obsoleto in quanto oggi ci sono nuove tecnologie. Purtroppo l’unica modifica che temo questa Giunta farà al Piano è quella di far bruciare Css nei cementifici umbri, a differenza di quanto previsto rispetto al suo utilizzo nella nostra regione. Il Pnrr umbro è pura ‘poesia’ in quanto proprio ieri il Consiglio dei ministri ha previsto che le Regioni, in proposito, potranno occuparsi soltanto dell’esecuzione dei progetti. Rispetto alla predisposizione di una proposta di risoluzione, senza conoscere le intenzioni della Giunta circa la chiusura del ciclo, non mi pronuncio rispetto alle progettazioni dell’impiantistica”.