Bori(UNWEB) “La Regione Umbria intervenga con urgenza e in maniera strutturale per risolvere le molteplici criticità emerse nell’ambito del servizio di Neuropsichiatria e Psicologia clinica dell’età evolutiva di Perugia”. È quanto chiede il capogruppo del Partito Democratico, Tommaso Bori, alla presidente della Regione, Donatella Tesei e all’assessore alla Sanità, Luca Coletto, annunciando di aver chiesto alla presidente della Terza commissione permanente (Sanità e Servizi sociali), Eleonora Pace, “di programmare, nella prima seduta utile, un’audizione di tutti gli operatori sanitari impiegati nella gestione del servizio”.

“Le annose problematiche che riguardano la Neuropsichiatria Infantile (NPI) nel territorio umbro – sottolinea Bori - si stanno ripercuotendo direttamente sul diritto alla salute e alla cura dei minori e sull’equità d’accesso alle cure, con una disomogeneità dei servizi rivolti a questa fascia d’età e con la mancanza di investimenti e progettualità. In particolare la forte carenza di spazi fisici necessari allo svolgimento delle funzioni professionali, ovvero sole otto stanze in dotazione presso il Centro ex Grocco per quindici operatori, tra cui si contano quattro neuropsichiatri di cui tre part-time, otto psicologhe con contratto privato di educatore, due logopediste di cui una a tempo dimezzato e un solo funzionario amministrativo, rende il servizio disagevole anche in virtù della mancanza di una sala esclusiva per le terapie di gruppo e di una sala d’attesa, oltre che di spazi adeguati all’archivio e alla conservazione dei materiali di gioco”.

“Riteniamo dunque opportuno – continua Bori - riproporre e sostenere la soluzione che prefigurava lo spostamento della Medicina dello Sport (al momento al piano 0 del Grocco) presso i locali da ristrutturare della palazzina Asl di Madonna Alta, e l’utilizzo degli spazi liberati per risolvere la carenza di stanze del servizio di Neuropsichiatria e Psicologia Clinica dell’età evolutiva e centro di riferimento regionale per i Disturbi dello spettro autistico. Una soluzione che permetterebbe inoltre di mantenere la vicinanza logistica con il Servizio di Neuropsichiatria Infantile e Riabilitazione dell’Età Evolutiva (SREE) così da facilitare anche l’accesso all’utenza e il coordinamento fra gli operatori nell’attesa di un auspicabile progetto che le veda unite”.

“In seguito alla pandemia - ricorda Bori - le problematiche psichiche in età evolutiva stanno rappresentando una vera emergenza, sia rispetto a chi già era seguito dalle NPI, sia per l’aumento delle richieste da parte di nuovi utenti (in particolare fascia 11-18 anni) per problematiche psicopatologiche gravi (rischio suicidario, condotte autolesive, ritiri depressivi). L’emergenza sanitaria Covid-19 ha fatto emergere infatti, con maggior rilevanza, quelle problematiche psichiche che generalmente sfuggono all’attenzione pubblica anche perché accompagnate da un temuto stigma sociale. Tali situazioni – conclude – oggi più che mai richiedono un’attenzione specifica che coinvolga sia gli specialisti che i soggetti politici così da trovare al più presto delle soluzioni adeguate”.