199348372 3023319841238367 5007265609366784302 n(UNWEB) Nel corso del question time odierno, i consiglieri del Partito democratico Tommaso Bori (primo firmatario) e Michele Bettarelli hanno interrogato l’assessore Luca Coletto per sapere “se sono stati previsti protocolli specifici e piani di riorganizzazione, sia in situazione ordinaria che nell’attuale fase pandemica, per la rete dell’emergenza-urgenza tra sanità territoriale ed ospedaliera, con particolare attenzione al tema dell’appropriatezza della centralizzazione del paziente”.

Hanno chiesto anche di sapere se “ad oggi, alla luce della grave emergenza sanitaria da diffusione Covid 19 che comporta che una parte di posti letto per ricoveri ordinari o in terapia intensiva o sub-intensiva sia occupata dai soggetti positivi e con sintomi gravi, come ed in base a quali criteri le strutture ospedaliere umbre organizzano i ricoveri e le assegnazioni dei posti letto”. Hanno chiesto infine di “conoscere come tale gestione riorganizzata a causa della pandemia si incastra con l’organizzazione, il corretto funzionamento ed i relativi protocolli dei percorsi assistenziali in emergenza-urgenza”.

“In questo momento – ha detto Bori illustrando l’atto – il tema dell’emergenza-urgenza è centrale, abbiamo i Pronto soccorso al collasso, un depotenziamento dell’accesso per l’emergenza-urgenza, carenze su tutti i fronti dei percorsi e dei protocolli che devono costruire l’emergenza-urgenza, da quella psichiatrica a quella dei traumi ed incidenti, l’emorragica e l’ingestione di corpi estranei e quindi endoscopica. Tema dunque centrale. Abbiamo la fortuna di avere l’Università con le scuole di specializzazione e quindi di specialisti che escono formati, ma che non riusciamo ad inserire nell’organico delle due Asl e delle Aziende ospedaliere. La preoccupazione è che di fronte alla carenza di organico, al depotenziamento del servizio e alla mancanza di una organizzazione e gestione dei percorsi assistenziali in emergenza urgenza a pagarne il danno siano i cittadini ed i pazienti. In questa fase di emergenza sanitaria si sono evidenziate le difficoltà, le carenze ed i limiti di una rete di servizi che va ripensata. Si sono anche evidenziate carenze rispetto alle scelte: in Umbria ci sono dei PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali) collegati all’emergenza urgenza che non vengono ufficializzati ed utilizzati. Il 70 per cento degli accessi in Pronto soccorso, in codice rosso, sono dovuti all’ingestione di corpi estranei e di sostanze caustiche, insieme alle emergenze emorragiche. È quindi un tema che va affrontato. Una corretta gestione organizzata della rete dell’emergenza urgenza è fondamentale per dare una risposta di grande impatto sia sociale che sanitario ed evitare disservizi. Mancano i medici per la continuità assistenziale con la previsione di utilizzare le Usca, cioè i professionisti che dovrebbero seguire l’emergenza Covid, per la guardia medica”.

L’assessore Coletto ha risposto che “in relazione ai protocolli specifici, in tutti gli atti regionali, fin dall’inizio dell’emergenza pandemica è stata rappresentata la modalità organizzativa per garantire l’appropriatezza, in termini di sicurezza, per il paziente e gli operatori, assicurando tempestività di azioni e procedure appropriate. Sono attualmente in corso di stesura il Piano strategico operativo nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale 2021-2023; ed il Piano socio sanitario regionale che ridefinirà l’organizzazione dell’intero sistema di risposta per l’emergenza urgenza sia in fase di attività ordinaria che di eventuale gestione epidemica. Il sistema dei posti letto è stato, in corso di pandemia, definito e rimodulato in base alle esigenze sopravvenute. In funzione delle ondate avute sono stati rimodulati i piani per attivare nuovi posti letto sia ambito reparti Covid che in ambito delle terapie intensive, da 69 arrivando fino a 141. Il potenziamento della rete ospedaliera è approvata dal Ministero. Nelle more della realizzazione strutturale delle diverse fasi pandemiche sono state adottate delibere di Giunta che hanno dato specifiche indicazioni attuative per le modalità di ricovero, di occupazione dei posti letto per tutte le strutture regionali con garanzia di uniformità e sicurezza per i pazienti e gli operatori. Il percorso dell’emergenza urgenza è sempre stato organizzato alla luce delle indicazioni operative date, garantendo la conoscenza indispensabile e tempestiva delle disponibilità dei posti letto differenziati delle singole strutture e reparti. Durante il fenomeno pandemico ci siamo dovuti attivare in tempo reale per ampliare i posti letto, garantendo la sicurezza degli operatori e dei ricoverati. Abbiamo provveduto ad ampliare i posti di terapia intensiva spesso molto limitati. Abbiamo evitato, per quanto possibile, di portare pazienti fuori regione. Siamo certi di aver risposto, alla luce dei mezzi che abbiamo trovato, nella maniera necessaria, adeguata e sufficiente. Rispetto al materiale umano, medici per l’emergenza urgenza, anestesisti e rianimatori non è facile trovarli, ma non è perché l’Umbria non li ha cercati, lo ha fatto con tutte le sue forze, ma con la stessa determinazione hanno cercato di accaparrarsi professionisti anche le altre Regioni, noi scontiamo un vulnus gravissimo: c’è stata una miopia da parte del Governo che ha messo il numero chiuso nella facoltà di medicina, oltre al limite per tanti anni di borse di studio di specialità per i laureati abilitati”.

Nella replica, Bori ha definito una “questione chiave quella della formazione dei medici specialisti, ma non solo. Sull’emergenza urgenza formiamo centinaia e centinaia di specialisti, ma poi non assorbiti dal sistema sanitario regionale, se non contratti a tempo o dottorandi e alla fine vanno fuori regione dove vengono assunti a tempo indeterminato. È un tema che la Giunta deve affrontare”.