Mancini(UNWEB)  “Mentre in Parlamento i loro colleghi di partito stanno portando avanti battaglie contro le discriminazioni, anche ipotetiche, promuovendo il DDL Zan, i consiglieri Michele Bettarelli (Pd) e Thomas De Luca (Movimento 5 Stelle) incentivano il dispotismo sanitario chiedendo l’introduzione del green pass obbligatorio per i consiglieri regionali durante le attività politiche in presenza dell’Assemblea legislativa e delle Commissioni, e per tutto il personale amministrativo dipendente”. Così il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega).

“L’obbligatorietà della carta verde è una limitazione inaccettabile alla libertà dei cittadini ed è vergognoso che si incentivino discriminazioni nei riguardi dei non vaccinati. Peraltro – aggiunge Mancini - lo stesso Regolamento europeo, al punto 36, stabilisce che è necessario evitare ogni tipo di discriminazione diretta e indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l'opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate”.

“Richiedere il green pass a coloro che accedono agli uffici pubblici – osserva Mancini -, è ingiusto. Ci sono persone che non possono vaccinarsi ed è assurdo che queste debbano pagare 22 euro per sottoporsi al tampone ogni qualvolta vogliano entrare nelle sedi di Enti pubblici. Fino a prova contraria – rimarca - viviamo in un Paese democratico, che, in quanto tale, deve tutelare la libertà di ciascun cittadino. Lo stesso filosofo Massimo Cacciari, personaggio non certo di destra, definisce, tra l’altro, il green pass come ‘roba da regime dispotico’. Per non parlare del sottosegretario alla Sanità, Sileri che ha sottolineato come il Parlamento sia un luogo di lavoro e quindi non va previsto nessun obbligo di green pass”.

“In Consiglio regionale – conclude Mancini - vengono predisposte tutte le misure necessarie per contrastare la diffusione del Covid, come lo stesso assessore Coletto ha ricordato in Aula, chiedere l’obbligatorietà del green pass per accedere alle attività di Palazzo Cesaroni non è che mera propaganda politica, peraltro oltraggiosa nei confronti dei cittadini che intendono interloquire con i consiglieri”.