640px Via di Francesco percorso del nord Città di Castelloda La Montesca a Città di Castello 02(Riceviamo e pubblichiamo )


Nell’edizione di oggi giovedì 14 ottobre Il Corriere dell’Umbria dedica spazio alle elezioni di Città di Castello. Nella sua presentazione il candidato Secondi colpito da ansia da prestazione e dalla paura di perdere, afferma che “la coerenza è un valore al servizio della comunità” e presenta la coalizione che lo sostiene come paladina del rinnovamento. Se vincesse la mia avversaria Bassini afferma Secondi “torna tutto ciò che non appartiene a me e alla generazione che rappresento: la politica dei Nocchi e degli Orsini ...” Singolari affermazioni visto che tra i suoi consiglieri eletti ci sono dei record di longevità politica-amministrativa: chi siede in consiglio o in giunta da circa 40 anni come il suo nume tutelare Luciano Bacchetta, chi, sotto bandiere diverse, da una trentina di anni come l’attuale segretario del Pd Mauro Mariangeli. E lo stesso giovane Secondi, ricopre incarichi amministrativi da 15 anni. Mentre i Nocchi e gli Orsini una volta espletato il loro mandato sono tornati al proprio lavoro senza ricorrere ad astruse rotazioni di incarichi istituzionali. Al di là degli strampalati e confusi giudizi storici sugli anni 70-80-90 a Città di Castello è importante ricordare al disinvolto candidato Secondi e alle onorevoli penne dei suoi spin doctor che nei trenta anni da lui citati la politica si faceva sul serio e alla luce del sole, anche con duri scontri politici ma senza trasformismi e mercato delle vanità personali come sta avvenendo in questi tempi. Libero il candidato Secondi di buttare nella discarica di Belladanza 30 anni di storia cittadina e le radici culturali e politiche di generazioni di Tifernati. Liberi tanti altri di dire no a questi disinvolti trasformismi. Al di là di ogni valutazione personale è sufficiente riflettere sui risultati, un dato che spazza via le affermazioni incaute di questi “apprendisti stregoni” della politica senza storia e senza memoria. Dove è finita la Città di Castello “locomotiva” del nord-est dell’Umbria, dove è finita la Città di Castello capitale mondiale della grafica, polo culturale custode dell’arte di Burri, dove è finita la “Castrum Felicitatis che attirava migliaia di turisti per le sue bellezze e le sue eccellenze ? E’ proprio vero che la politica c’è chi la fa e chi invece se ne approfitta, basta saperlo. Ed è anche per questo che c’è bisogno di una discontinuità amministrativa e politica con l’improbabile duo, alquanto stonato, Bacchetta-Secondi. Ma i Tifernati sono saggi e accorti, tutti in grado di discernere il grano dal loglio.

 

(Foto di Mongolo1984 - Opera propria, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89656972)