260560061 3146481445588872 3666528229580662398 n(UNWEB) “Una giornata per fermarci a riflettere, per ricordare e piangere le tante donne, che in Italia e nel mondo, che sono state violate nel corpo, nella mente e nello spirito, non basta per combattere davvero la violenza di genere e a proteggere concretamente le vittime, tutte le vittime. Bene riportare all’attenzione delle istituzioni, dei media e della società su questo tema almeno una volta l’anno, promuovendo tante belle iniziative simboliche, ma è al contempo fondamentale che in tutti gli altri giorni dell’anno ci sia chi mette concretamente in campo un’azione politica, culturale e sociale davvero incisiva in grado di trasformarsi in una pratica costante di educazione e trasformazione della società per la riaffermazione di una civiltà dei diritti”. Lo dichiara il capogruppo regionale del Partito democratico, Simona Meloni, in merito alla giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne .

“È necessario – continua la consigliera regionale - sostenere il lavoro e l’azione quotidiana di chi si impegna in questo senso, valorizzando anche i piccoli gesti silenziosi di quanti si battono contro le discriminazioni e affrontano con coraggio la solitudine che attanaglia le donne che non riescono ad uscire da una spirale di violenza. Senza libertà e indipendenza economica non solo non ci sarà parità di genere ma neppure la possibilità di affrancarsi da certe situazioni scabrose, dannose e nocive per la vita delle donne. Per proteggerle occorrono risorse, competenze e formazione, ma, tutto ciò, non si fa con i soli proclami. L’Italia è ancora al 63° posto nel mondo per gender gap: solo il 47% delle donne lavora. Un primo atto significativo, che fa brillare la luce in fondo al tunnel, è rappresentato dalla nuova legge sulla parità salariale che, grazie al contributo determinante di una donna del Partito Democratico, l’onorevole Chiara Gribaudo, dà un primo importante segnale di attenzione al tema del lavoro, tentando di ridurre il gap salariale tra uomini e donne. Ci auguriamo – prosegue Meloni - che l’Assemblea legislativa approvi quanto prima il nostro recente progetto di legge che punta ad integrare e potenziare queste misure fondamentali per invertire la rotta perché è inaccettabile che a parità di titoli e formazione le donne lavorano e guadagnano molto meno degli uomini. Esiste anche un tema di rappresentanza politica e istituzionale che è fondamentale per promuovere un’azione legislativa coerente con i diritti delle donne: l’Italia rimane ancora al 41° posto. Ma ciò che appare ancora più urgente è affrontare il tema della violenza e l’attacco al corpo delle donne”.

Simona Meloni sottolinea che “nei cinque centri antiviolenza presenti in Umbria, da gennaio 2021 ad oggi, sono state accolte 656 donne (49 quelle ospitate con 58 minori). Il servizio ‘telefono donna’ ha registrato 905 segnalazioni ed effettuato 845 colloqui, quasi tre al giorno. Si stima che le violenze sommerse siano molte di più e tante donne non arrivano a ricevere un adeguato sostegno. Occorrono quindi maggiori risorse a disposizione, che possano essere impiegate a potenziare questi presidi che rappresentano sempre più spesso l’unico strumento di presa in carico di chi subisce violenze non solo domestiche. I centri svolgono varie funzioni e attività, ma sono ad oggi estremamente depotenziati e sotto finanziati ed esigono nuovi e convinti investimenti strutturali. Gli operatori, che tengono aperti questi luoghi di accoglienza, 24 ore su 24, devono essere affiancati e incoraggiati in quella che, ad oggi, è la principale attività di contrasto alla violenza verso le donne della Regione Umbria. Per altri versi, proprio nella nostra regione, stiamo assistendo ad un attacco ai diritti delle donne che merita di essere contrastato. Per questo chiederemo di monitorare attivamente l’applicazione della legge di modifica del Codice sulle pari opportunità promossa dal Pd, così come un’attenzione rivolta alla corretta somministrazione della pillola abortiva RU486 e al diritto all’interruzione di gravidanza. Inoltre, il progressivo depotenziamento dei consultori – conclude Meloni - rappresenta un altro duro colpo per le donne umbre, costrette a rivolgersi alle strutture ospedaliere per qualsiasi necessità. I consultori, le case della salute e la medicina di prossimità sono punti centrali della garanzia di equi diritti riproduttivi per tutte, motivo per cui, come PD Umbria, ci batteremo anche per il ripristino e lo sviluppo di questi servizi”.