casciari-300x264(ASI) Perugia. Domiciliarità, vita indipendente e inclusione sociale, sono le tre parole chiave adottate dalla Regione Umbria per la sfida alla non autosufficienza: la Giunta regionale, su iniziativa della vicepresidente con delega al Welfare, Carla Casciari, ha destinato 2 milioni di euro per finanziare la quota sociale prevista nel nuovo Piano regionale integrato per la non auto-sufficienza, "Prina". Le risorse, assegnate ai Comuni capofila delle Zone sociali, sono destinate prevalentemente (1.600.000 euro) al potenziamento degli interventi a favore della domiciliarità, mentre la restante parte (400.000 euro) servirà ad avviare due sperimentazioni riportate nel nuovo "Prina".


Relativamente ai due progetti previsti nell'ambito del "Prina", la vicepresidente ha sottolineato che "il primo, denominato 'vita indipendente', è finalizzato a favorire il percorso verso l'autonomia delle persone con disabilità, in particolar modo dei giovani. L'obiettivo – ha detto – è quello di accrescere i livelli di competenza e le capacità delle persone con disabilità rispetto ai propri bisogni e obiettivi di vita attraverso una presa in carico globale che comprende azioni di informazione, orientamento e valutazione. Il coinvolgimento della rete solidaristica del territorio permetterà di offrire alla persona e alla famiglia una progettazione completa e un accompagnamento per il tempo necessario a raggiungere un sufficiente livello di autonomia e inclusione sociale".
"La seconda sperimentazione, intitolata 'supporto alla permanenza nel proprio domicilio' – spiega la vicepresidente - vuole garantire la qualità della vita delle persone anziane non autosufficienti riducendo il più possibile il loro inserimento in strutture residenziali e assicurando alle famiglie una presa in carico socio-sanitaria integrata. Nel progetto – ha aggiunto - è prevista anche la possibilità di avviare percorsi di continuità assistenziale nel momento delle dimissioni dalle strutture ospedaliere, coinvolgendo tutta la rete dei soggetti, pubblici e privati, sociale e sanitaria, sperimentando modelli di assistenza alternativi all'inserimento in strutture residenziali".
"La nuova programmazione in materia di non autosufficienza – ha ricordato Casciari - intende favorire con forza il sostegno alla domiciliarità per permettere così alle famiglie di potersi dedicare alla cura dei propri cari evitando, nei casi in cui è possibile, l'allontanamento dalla propria casa e dagli affetti. Per l'assegnazione delle risorse – ha aggiunto - è fondamentale il ruolo dei Comuni, visto che proprio all'ente locale spetta il compito di verificare l'esistenza delle condizioni necessarie per il supporto alle persone non autosufficienti e alle famiglie. Complessivamente il Piano regionale per la non autosufficienza può contare su risorse pari a 9 milioni 854 mila 700 euro".
Al contempo l'Assessorato al Welfare sta lavorando con il Comune di Terni all'attuazione di una convenzione per l'avvio del progetto "Vita indipendente ed inclusione nella società delle persone con disabilità", finanziato con 80 mila euro da parte del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e co-finanziato con 20 mila euro dalla Regione Umbria.
In riferimento a questa convenzione la vicepresidente ha reso noto che lo "scopo dell'iniziativa è quello di promuovere un percorso condiviso per rendere effettiva l'applicazione dell'articolo 19 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità attraverso l'attivazione di servizi e la sperimentazione di modelli organizzativi e di strumenti innovativi".
I diversi interventi previsti dal Progetto sono riconducibili alle tre macro azioni tra loro interdipendenti che vedono i servizi territoriali coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di attività funzionalmente connesse e coerenti con la prospettiva della presa in carico globale in modo da garantire la realizzazione di progetti di vita indipendente.
Il Progetto coinvolgerà un campione di un minimo di 8 fino ad un massimo di 10 persone con disabilità (da 18 ai 64 anni) residenti nella Zona sociale di Terni e segnalati dalle scuole, dalle università, dai centro per l'impiego e di Salute, dagli Ufficio della Cittadinanza, per le quali, a fronte di una valutazione effettuata dall'Unità di Valutazione Multidisciplinare, si terranno in particolare considerazione la limitazione dell'autonomia personale, la condizione familiare, la condizione abitativa ed ambientale, la condizione economica della persona con disabilità e della sua famiglia.
Infine a breve, partiranno altri tre progetti in altrettante Zone sociali che andranno ad implementare l'offerta di servizi per le persone prese in carico, fino ad arrivare ad una copertura di larga parte del territorio regionale.