7OZ 5825mazzocchiASI(UNWEB) Sconcertante. Oltre il limite del tollerabile. Irritante per la sua pochezza e inconsistenza. Il Perugia sbaglia ancora una volta tutto nell’occasione che gli avrebbe permesso comunque, con un pareggio, nonostante una stagione fallimentare, di salvarsi. Sbaglia la formazione Oddo, che mette subito i tre attaccanti, ma la cosa non funziona perché il centrocampo e gli esterni non esistono e non sanno dare alcun apporto a Iemmello, Falcinelli e Melchiorri. Soprattutto, i grifoni sbagliano l’approccio di testa alla partita.

Come sempre, quando questa squadra è chiamata alle prove della verità, le fallisce miseramente e senza appello. Dimostrando che, quando si costruiscono le squadre di calcio, le qualità morali e di personalità non sono meno importanti di quelle tecniche. Vedere i grifoni brancolare per il campo senza idee, senza costrutto e con la determinazione agonistica azzerata, è stato uno spettacolo penoso. Mai un contrasto vinto, spesso nemmeno tentato. Tutte le seconde palle preda dei veneti, cui bastava un pareggio, ma che giocavano come avrebbe dovuto giocare il Perugia, con la bava alla bocca. La sconfitta contro il Venezia è meritatissima, senza appello, senza giustificazioni. Contro il secondo peggior attacco del campionato, il Perugia è stato capace di subire tre gol, un palo e altre occasioni limpide. La difesa vedeva arrivare i veneziani da tutte le parti, perché sulle palle respinte con affanno si avventavano sempre per primi i padroni di casa. Il Grifo ha costruito poco o niente, perché le punte sono state poco e male servite dal resto della squadra. Insomma, non c’è stata storia in campo. E dire che doveva essere una partita combattuta, soprattutto da parte di chi (il Perugia) avrebbe dovuto vincere per salvarsi. Invece che tesi nel modo giusto, i grifoni sono apparsi nervosi e in preda ad una crisi di panico. L’espulsione nel finale di Angella, autore di un fallo di frustrazione inutile e anche poco intelligente, è l’emblema di questo stato di confusione. Una confusione che è stata, per tutto l’anno (e non solo) anzitutto e soprattutto societaria. A partire dagli errori di mercato, per passare a quelli di comunicazione e di gestione del gruppo. Ma per i processi ci sarà tempo. Adesso incombono i play off. Per il momento, con il Pescara (ritorno al Curi, con eventuali supplementari e rigori in caso di parità nelle due partite al novantesimo della seconda). Ma lo scenario sarebbe ancor più preoccupante se il Collegio di garanzia dovesse accogliere, in tutto o in parte, il ricorso del Trapani. In quel caso, infatti, il Perugia giocherebbe da quintultimo e, quindi, con il ritorno a Trapani. E, se il Trapani riavesse uno dei due punti tolti, essendo le due squadre a pari punti, nel ritorno, in caso di parità, ci sarebbero supplementari e rigori. Ipotesi invece negata se il Trapani dovesse riavere i due punti. Perché, allora, il Trapani finirebbe la stagione regolare con un punto in più dei grifoni e, perciò, in caso di parità nei due incontri, si salverebbe il Trapani. Insomma, scenari davvero desolanti. Ma la cosa più preoccupante è che la squadra sembra avere l’encefalo piatto e nessuna reattività agonistica. Una squadra spenta, senza certezze, fragile, rassegnata, che non gioca mai come serve, cioè come se ci fosse in palio la partita della vita. Con questi presupposti, sarà comunque un ferragosto di sofferenza.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia