Se ne è parlato nel corso di un convegno organizzato da Progetto Donna e Lidu
(UNWEB) – Perugia – Questa mattina in Provincia si è parlato di “Internet, minori e autolesionismo. Rischi, danni e interventi necessari per gli (ab)usi della rete” in un convegno organizzato da Progetto Donna e Lidu (Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo).

In apertura dei lavori il saluto della Presidente dell’associazione che si occupa della tutela delle vittime di violenza in tutte le sue manifestazioni, Tiziana Casale, il cui intento “è divulgare il più possibile informazioni sull’argomento, poiché è dalla consapevolezza che si può effettuare la propria scelta in maniera libera”. Nella giornata odierna si è scelto di parlare di cyberbullismo “per chiudere il cerchio di attenzione– ha detto Casale – alla vittima in quanto nei precedenti incontri ci si era soffermati sulla violenza delle donne, nei luoghi di lavoro ed oggi rivolgendoci ai minori abbiamo un quadro più completo. E quando si parla di violenza non si può prescindere da quella psicologica perché le ferite che non sanguinano – sono le sue parole – fanno più male e sono più difficili da guarire”.
Per la Provincia ha portato i saluti la consigliera Erika Borghesi con delega alle Pari Opportunità che ha posto l’accento sulla imprescindibilità dell’utilizzo de nuovi media. “Oramai – ha detto Borghesi - i nuovi media, smartphone, tablet e tutto ciò che è connessione ad internet e l’utilizzo dei social sono diventati parte integrante e quotidiana della vita dei nostri giovani che li usano quotidianamente per intrecciare nuove relazioni, a scapito di quelle dirette interpersonali. Nella rete – ha proseguito - si trovano tuttavia insidie, in quanto possono trovare spazio contenuti e comportamenti dannosi per i giovani e soprattutto per i minori. La rete, infatti, può diventare anche luogo di adescamento ai fini di abusi e sfruttamento sessuale. Molti giovani sono vittime del cyberbullismo (l’8,5%); altri usano la rete per giocare d’azzardo (15%). Quindi quando si parla dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, bisogna anche inserirli nel contesto della rete. Pertanto è doveroso riflettere sull’uso di internet da parte dei giovani e dei minori. Una parte importante la svolgono le istituzioni, gli enti, le organizzazioni che hanno il dovere di lavorare in maniera sinergica e costante affinché sia garantito un uso positivo e responsabile della rete. Il 7 febbraio – ha ricordato la consigliera - si celebra la giornata nazionale contro il bullismo. A Perugia è stato firmato un Protocollo d’Intesa tra Prefettura, Questura, Ufficio Scolastico Regionale, Asl, Comune di Perugia e Regione. Ma occorre andare oltre e coinvolgere scuola e famiglia, perché non va sottovalutato un dato allarmante, che il 94% dei genitori non controlla il cellulare dei genitori o i movimenti che fanno sulla rete.
La Consigliera di Parità Gemma Bracco ha posto l’accento sull’aspetto giuridico della legge sul bullismo e cyberbullismo che “latita e ancora manca perché non è stata ancora approvata e sono due anni che vaga tra le due Camere. La proposta di legge sul cyberbullismo è stata approvata dal Senato nel 2015, ad oggi è stata di nuovo modificata dalle due Camere e siamo ancora in alto mare”, ha detto. “Riferendoci all’oggetto della tutela normativa si discute se siano solo i minori i destinatari o anche i maggiorenni. In un primo momento si era voluto restringere il campo e parlare solo dei primi. Adesso, invece, sembrerebbe che il Senato abbia voluto ridurre la questione ai minori. In Italia è vero che ci sono norme penali che possano intervenire, ma con questo DDl si andrebbe a normare il caso specifico”.
Anche la Consigliera di parità ha ribadito la necessità dell’attenzione da parte delle famiglie perché questo fenomeno è così nuovo e dirompente ed è difficile tornare indietro una volta che il gesto è stato compiuto e messo in rete.