(ASI) Il Cdr e i giornalisti del Giornale dell'Umbria, attualmente in liquidazione, hanno deciso di tenere nella mattina di domani, alle ore 10, una manifestazione davanti alle sedi del gruppo Colacem a Gubbio (in via della Vittorina, 60) per sensibilizzare la vecchia proprietà del Giornale dell'Umbria rispetto alla situazione che vede, tuttora, la testata (a lungo fiore all'occhiello della galassia Colacem, facente capo a Carlo Colaiacovo) di fatto chiusa e i suoi 27 dipendenti senza spettanze, senza cassa integrazione straordinaria e con in mano una lettera di licenziamento illegittima.

Il Cdr intende sottolineare come il personale dipendente abbia subìto l'intera operazione di vendita del Giornale dell'Umbria dal gruppo Colacem alla Gifer e il passaggio da un gruppo economico-finanziario consolidato ad una società che in quattro mesi ha chiuso l'azienda. Il Cdr stigmatizza il rimpallo di responsabilità tra vecchia e nuova proprietà in merito al tfr dei dipendenti con il preoccupante allungamento dei tempi di pagamento delle spettanze ai dipendenti e la liquidazione dei pagamenti dei professionisti a partita Iva e dei collaboratori.

Si comunica, altresì, che l'organizzazione del prossimo Festival internazionale del giornalismo di Perugia, in programma nel prossimo mese di aprile, ha inteso riservare uno spazio apposito alla vicenda del Giornale dell'Umbria con un "panel" al quale parteciperanno esponenti del Cdr e dell'Asu. Di questo ringraziamo l'organizzazione del Festival.

Infine, ma non ultimo, il Cdr intende ribadire che il Giornale dell'Umbria è sottoposto per decisione della proprietà attuale ad una procedura di liquidazione e che nessuna nascente iniziativa editoriale e giornalistica regionale può rivendicarne l'eredità o la continuazione. La grandissima parte dei giornalisti, dei collaboratori e dei poligrafici del Giornale dell'Umbria è tuttora senza lavoro e sta lottando per avere quanto di proprio diritto, dalle spettanze agli ammortizzatori sociali. La bandiera del Giornale dell'Umbria ora è, purtroppo, ammainata e non ha traslocato altrove.

Lo dichiara in una nota il Cdr del Giornale dell'Umbria