CattedraleSpoetoIl grazie dell’arcivescovo Boccardo ai preti: «Dio vi ricompensi per il vostro servizio delicato e insostituibile». Poi, l’annuncio: «Intendo convocare per il prossimo anno pastorale (2016-2017) una “assemblea sinodale” per definire una progettualità che guardi al futuro e sospinga verso di esso il presente, facendo tesoro del passato»

(ASI) Spoleto. Mercoledì 23 marzo, presso la Basilica Cattedrale di Spoleto, nel cuore della Settimana Santa, tutti i sacerdoti dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia si sono ritrovati con l’arcivescovo Renato Boccardo per fare memoria riconoscente dell’origine del loro sacerdozio e rinnovare l’impegno e la promessa di aderire a Cristo con i pensieri, la volontà, i sentimenti e lo stile di tutta la propria esistenza, nel servizio della Chiesa e dei fratelli. Ciò è avvenuto durante la Messa Crismale nella quale sono stati benedetti e consacrati gli olii che servono a far nascere alla vita cristiana (olio dei catecumeni), a far crescere la vita della Chiesa (sacro crisma), e a dare consolazione al tempo della sofferenza e ai mali della società (olio degli infermi). L’olio è stato gentilmente donato dall’azienda “Cufrol-Frantoi oleari umbri” di Carlo Gradassi.

In molti a questo solenne momento di preghiera. Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi della Diocesi e dal gruppo dei ministranti, tutti coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Edoardo Rossi; i canti sono stati eseguiti dalla Cappella Musicale del Duomo diretta dal maestro Francesco Corrias, con all’organo il maestro Paolo Sebastiani. Molti i fedeli laici presenti, in particolare i membri dei Consigli pastorali e per gli affari economici parrocchiali, i catechisti, i ministri straordinari dell’Eucarestia, i membri dei Gruppi liturgici, gli operatori Caritas e coloro che appartengono a Movimenti, Associazioni e Gruppi ecclesiali.

L’importanza degli olii. «Sappiamo bene – ha detto l’Arcivescovo nell’omelia - che il nostro tempo, attraversato da fantasmi di paura e di morte, ha bisogno di una ventata di speranza e di vita nuova. Ma sappiamo anche che la vita dell’uomo è possibile solo se ascolta il Vangelo della misericordia. Per questo consacriamo gli olii, balsamo che discende dalle piaghe del Signore, dall’amore senza limiti di quella passione che ci prepariamo a celebrare; sono il “di più” di amore e di speranza che - solo - può salvare il mondo».

Anniversari di ordinazione di alcuni presbiteri: 80 anni di Messa per l’agostiniano padre Luigi Giuliani. Nel corso della celebrazione eucaristica si è pregato in modo particolare per quei presbiteri che in questo 2016 ricordano un anniversario della loro ordinazione: padre Luigi Giuliani, degli agostiniani di Cascia, 80 anni e quasi 103 di età; don Guerrino Conti (parroco emerito di Giano dell’Umbria), don Giovanni Ferri (parroco emerito di Ocosce ed Onelli di Cascia), mons. Vincenzo Alimenti (canonico della Cattedrale di Spoleto) e don Elio Zocchi (parroco emerito di Cascia) festeggiano 60 anni; don Gaetano Conocchia (parroco emerito di Eggi di Spoleto) 55 anni; don Saverio Saveri, parroco di Poggiodomo e Monteleone di Spoleto, 50 anni; infine, don Riccardo Scarcelli, parroco di Cesi di Terni e di Portaria di Acquasparta, e don Mario Proietti, dei Missionari del Preziosissimo Sangue dell’Abbazia di S. Felice a Giano dell’Umbria, 25 anni. «Il Vescovo e l’intera Diocesi – ha detto Boccardo - guardano a voi con venerazione e gratitudine, ed abbracciano in un unico sentimento di affetto e azione di grazie i sacerdoti che nel corso dell’anno sono stati chiamati dal Signore a riceve il premio promesso ai servi fedeli: mons. Giovanni Marchetti (parroco emerito di Bevagna), padre Adalberto Di Donato (dei Passionisti della Madonna della Stella), mons. Lanfranco Chiaretti (parroco emerito di Arrone).

Il grazie del Vescovo ai preti. «Con animo riconoscente saluto tutti voi, cari fratelli nel Sacerdozio. Il Signore e questa nostra Chiesa attendono molto da voi: dalla vostra dedizione, dal vostro equilibrio sapiente, dalla vostra forza operativa. Le mutate condizioni in cui si svolge quotidianamente il ministero – ha detto Boccardo - rendono più gravoso il vostro lavoro e più delicato e insostituibile il vostro compito. Con la vostra maturità umana e sacerdotale, con la vostra esperienza spirituale e pastorale, voi portate insieme con me la gloria e il peso dell’annuncio del Vangelo agli uomini e alle donne di questa nostra terra. Dio vi ricompensi, come Lui solo sa fare, rinnovando ogni giorno in voi la giovinezza dello spirito».

I sacerdoti sono chiamati a respingere la tentazione della normalità. L’arcivescovo Boccardo ha individuato nella normalità una tentazione che i preti devono respingere. I sacerdoti – ha puntualizzato – non devono «accontentarsi di qualche attenzione da ricevere», non devono giudicare il loro ministero «in base ai successi ottenuti» e non devono adagiarsi «nella ricerca di ciò che gli piace, diventando tiepidi e senza vero interesse per gli altri. La “normalità” per noi – ha proseguito il Presule - è invece la santità pastorale, il dono della vita. Se un sacerdote sceglie di essere solo una persona normale, sarà necessariamente un sacerdote mediocre. Ci è richiesto piuttosto di essere uomini spirituali e pastori misericordiosi, interiormente unificati dall’amore del Signore e capaci di diffondere la gioia del Vangelo nella semplicità della vita, a cui basti la comunione genuina con il Signore e con i fratelli».

Una “assemblea sinodale” per l’anno pastorale 2016-2017. A metà dell’omelia l’Arcivescovo ha rivolto un importante annuncio alla “sua” Chiesa di Spoleto-Norcia: «Dopo i tre anni pastorali dedicati rispettivamente al Battesimo (2013-2014), alla Confermazione (2014-2015) e all’Eucaristia (2015-2016), intendo convocare per il prossimo anno pastorale (2016-2017) una “assemblea sinodale” per definire una progettualità che guardi al futuro e sospinga verso di esso il presente, facendo tesoro del passato. Ho fiducia che anche grazie a questo nuovo impegno potremo essere, come ci esorta papa Francesco nella Evangelii Gaudium al numero 33, “audaci e creativi nel compito di ripensare gli obiettivi, le strutture, lo stile e i metodi evangelizzatori delle nostre comunità”, valorizzando i doni e i carismi che ciascuno può condividere con gli altri in vista di una autentica sinergia che superi ogni particolarismo e ci faccia uscire dalla routine del si è sempre fatto così».

Più comprensione e amore in questo Anno Santo della Misericordia. Mons. Boccardo al termine dell’omelia si è così rivolto ai sacerdoti e ai fedeli presenti in Duomo: «In questo Anno Santo della Misericordia accogliamo umilmente l’invito ad amarci di più, a comprenderci di più, ad aiutarci di più: sarà il segno evangelico del nostro essere veramente “discepoli del Signore”; sarà il sigillo eloquente ed operativo del nostro essere in comunione con lui».