Confcommercio incontra la politica(UMWEB) Perugia. Abbattimento della pressione fiscale, anche locale, e del costo del lavoro, rilancio dei centri storici e delle aree urbane, lotta all’abusivismo in tutti i settori economici, più credito al sistema delle imprese, una visione più ampia dell’innovazione, un’azione più incisiva per evitare lo spopolamento dei territori umbri colpiti dal sisma e per garantire una ripartenza solida: sono alcuni dei 26 punti in cui si articola il documento programmatico predisposto da Confcommercio Umbria, presentato oggi ai candidati umbri dei maggiori schieramenti in corsa per le politiche 2018.


“E’ nostro dovere e nostra responsabilità – ha detto Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria – raccogliere, sintetizzare e sostenere le istanze delle imprese del nostro mondo: commercio, turismo, servizi, trasporti, logistica e professioni; quel terziario di mercato che contribuisce per oltre il 40% alla formazione del valore aggiunto e all’occupazione.
Ai grandi temi nazionali, che Confcommercio ha sottoposto ai leader politici e che condividiamo, ne abbiamo aggiunto altri che rappresentano le istanze specifiche degli imprenditori umbri, a cominciare dalla gestione del post terremoto. Tantissimo è stato fatto. Ma c’è ancora da fare per garantire coesione sociale e prospettive alla popolazione e alle imprese che hanno deciso di investire su territori difficili”.
Confcommercio Umbria, dunque, propone: di riattivare la Cassa integrazione in deroga per tutte le imprese dei Comuni colpiti dal sisma; l’esenzione dal ticket per il licenziamento che finanzia la Naspi per tutte le imprese del cratere; di estendere al 2018 il bonus di 5.000 euro; di incrementare le risorse destinate al beneficio del “danno indiretto”, e semplificarne le procedure.
Tra i primi punti del documento Confcommercio Umbria, anche quello della rinascita dei centri urbani, oggi sotto la minaccia di un progressivo impoverimento, come dimostrano gli ultimi dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confcommercio, che ha indagato anche i centri storici di Perugia e Terni.
Occorre, secondo Confcommercio, in primo luogo incentivare la residenzialità. Occorre rivedere l’idea europea di smart cities sulla base della realtà del territorio, valorizzando il tessuto imprenditoriale che vive e produce all’interno delle città, ovvero quella rete di micro e piccole imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dell’artigianato che rappresenta il cuore pulsante delle aree urbane.
In questo senso si sta muovendo da tempo Confcommercio anche nell’ambito delle attività in tema di rigenerazione urbana, che presuppone la stretta sinergia tra una molteplicità di fattori, sia hard (mobilità, sosta, arredo, disponibilità di spazi funzionali, riqualificazione di aree, edifici e quartieri, ecc.) che soft (innovazioni sociali, accesso alla rete, qualificazione degli spazi esistenti, innovazioni nell’offerta dei servizi, formazione del capitale umano, ecc.) ed una forte integrazione tra politiche pubbliche ed investimenti dei privati con un conseguente effetto moltiplicatore.
Un altro tema strategico per Confcommercio Umbria, quello dell’innovazione, che per le imprese del terziario non è solo tecnologica. Chiede pertanto di allargare la platea delle imprese coinvolte dal piano Impresa 4.0 adottando una visione più ampia di innovazione, che includa le imprese commerciali e turistiche, più facilmente applicabile da imprese di minori dimensioni. A corollario propone: la prosecuzione dei contributi diretti alle imprese per gli investimenti in innovazione digitale; la previsione di voucher per la formazione del capitale umano; una maggiore connessione tra scuola e lavoro.

Tutte le 26 proposte Confcommercio Umbria presentate ai candidati umbri per la prossima legislatura, sul sito www.confcommercio.umbria.it.