Agricoltura GlifosateRossi, presidente Confagricoltura Umbria: “La comunità scientifica finalmente mette ordine a disinformazione e fake news escludendo la cancerogenicità dell’erbicida utilizzato in agricoltura e mettendo fine a falsi allarmismi, questi sì nocivi, quando si parla di salute e sicurezza alimentare”

(UNWEB) PERUGIA – Sul glifosate, l’erbicida utilizzato in agricoltura e oggetto di un controverso dibattito pubblico, si è fatto finalmente chiarezza. Dopo tanta disinformazioni e fake news in materia e soprattutto dopo la presunta cancerogenicità del glifosate, il verdetto dell’Epa-Agenzia per la protezione dell’ambiente degli Stati Uniti d’America ha fatto luce su un questione che molto interesse suscita tra gli agricoltori anche umbri.

Soddisfazione esprime il presidente di Confagricoltura Umbria Fabio Rossi: “La comunità scientifica internazionale ha quindi ribadito quello che l’organizzazione degli imprenditori agricoli dice da tempo. Anche in considerazione del fatto che questa sostanza, utilizzata particolarmente nelle tecniche di agricoltura conservativa, concorre invece ad apportare importanti benefici all’ambiente, limitando l’emissione di CO2”.

Per Confagricoltura Umbria è quindi importante continuare a utilizzare questa sostanza non solo da un punto di vista economico, perché la conseguenza sarebbe quella di mettere in crisi numerose imprese agricole, ma anche ambientale, scongiurando un aumento delle lavorazioni agricole e conseguente aumento di gas serra. Senza considerare inoltre che le alternative che a oggi sono disponibili sono ancora più impattanti.

Il glifosate è quindi un erbicida molto efficace e duttile, utilizzato da numerose imprese agricole ma al centro da anni di diatribe mediatiche e giudiziarie sulla sua cancerogenicità o meno. Secondo l’Agenzia invece, “non ci sono rischi di tipo alimentare per alcun segmento della popolazione, neanche seguendo le ipotesi più prudenziali applicate nelle valutazioni”. Un verdetto condiviso poi dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), dall’Agenzia per la sicurezza alimentare tedesca (Bfr), come pure dalle autorità canadesi per la salute (Health Canada).

“Questa vicenda – commenta ancora Rossi – ci insegna che anche in materia di agricoltura è sempre più fondamentale seguire la scienza e non andare dietro ai falsi allarmismi soprattutto quando si parla di salute e sicurezza alimentare, temi che coinvolgono non solo gli agricoltori ma tutti i cittadini”.