BoriIl capogruppo regionale del Partito Democratico, Tommaso Bori, annuncia la presentazione di  una proposta di legge per “dimezzare le indennità spettanti al presidente della Giunta regionale, al presidente dell'Assemblea legislativa, ai consiglieri e agli assessori regionali”. Per Bori l’indennità “non potrà essere superiore allo stipendio di un sindaco di una città con un numero di abitanti pari ai residenti dell’Umbria”. 

 

(UNWEB) Perugia,   – “Dimezzare le indennità spettanti al presidente della Giunta e dell'Assemblea, ai consiglieri e agli assessori regionali”. È quanto dichiara il capogruppo regionale del Partito Democratico, Tommaso Bori, annunciando la presentazione di una proposta di legge “già peraltro annunciata in campagna elettorale e ispirata - spiega -, ad un principio di equità e sobrietà delle istituzioni e punta a diminuire l’eccessiva differenza esistente tra gli stipendi di coloro che rappresentano i cittadini umbri e la situazione economica media della popolazione.”

“Faccio parte di una generazione – sottolinea Bori - per cui uno stipendio mensile da mille euro è spesso un miraggio, dove si fa fatica a trovare un lavoro e, quando si riesce nell’impresa, spesso è sottopagato o demansionato. Per questo – conclude – ritengo che l’approvazione di questa proposta di legge sia quasi un atto dovuto e ciò potrà rappresentare una buona pratica, esempio di ottima politica, per tutte le altre regioni italiane”. 

“Con questa modifica legislativa - continua Bori - l’importo complessivamente riconosciuto delle indennità spettanti al presidente della Giunta regionale, al presidente dell'Assemblea legislativa, ai consiglieri e agli assessori, non potrà essere superiore allo stipendio spettante, per legge, al sindaco di una città con numero di abitanti pari al numero dei residenti della regione Umbria, in base ai dati dell’ultimo censimento effettuato. Tale importo dovrà diventare un emolumento unico interamente trasparente e tassato. Questa proposta è un gesto concreto di responsabilità, sul quale auspico la più ampia convergenza da parte degli altri colleghi, come espressione autentica, e non demagogica, di una politica impegnata con unità e spirito di servizio, a contrastare le disuguaglianze sociali”.