Squarta(UNWEB) Perugia. "Sono preoccupanti, oltre ai reati legati al bullismo come lo stalking, le lesioni e la diffamazione, i casi di 'sexting' tra i più giovani nella nostra regione e quelli di maltrattamenti in famiglia al contrario, ossia quando i genitori vengono picchiati dai figli minorenni". E' quanto afferma il presidente dell'Assemblea legislativa dell’Umbria, Marco Squarta, commentando “l'episodio avvenuto a Perugia, nel quale la classe di un liceo cittadino ha interrotto le violenze su un ragazzino di 17 anni”.

"Un fenomeno assai preoccupante tra le giovani generazioni è il cosiddetto 'sexting', termine inglese nato dalla fusione delle parole sex (sesso) e texting (invio di messaggi) - spiega Squarta - vale a dire quando in chat istantanee avviene lo scambio di foto hot che talvolta si trasformano in incontrollati strumenti di ricatto o di vendetta. Nel 2019 sono state numerose le indagini della Procura dei minori sugli scambi di immagini pornografiche sui cellulari dei ragazzini - prosegue - spesso seguiti da minacce di divulgazione o, peggio ancora, dalla condivisione su Whatsapp e sui social network. Un altro fronte sul quale sono impegnate le forze dell'ordine che si occupano di minorenni è la questione dei maltrattamenti in famiglia. Non mancano, purtroppo, le segnalazioni di mamme che vengono picchiate da figli minorenni con problemi".

"Per quanto riguarda le scuole - spiega l'esponente di Fratelli d'Italia - la differenza la fanno gli smartphone. Se, infatti, alle elementari è forte il fenomeno dell'esclusione del bambino vessato che suo malgrado viene allontanato dal gruppo, alle scuole medie, dove gli studenti hanno il cellulare, gli smartphone si trasformano in vere e proprie armi per filmare momenti di debolezza e registrare scherzi che potenzialmente potrebbero diventare pubblici".

"I genitori - conclude il presidente Squarta - non devono mai sottovalutare l'universo social media. Vanno potenziati i progetti per la prevenzione del bullismo e del cyberbullismo mediante incontri e dibattiti, soprattutto legati all'uso dei social media come Instagram, Whatsapp e TikTok, che coinvolgano studenti, insegnanti e genitori per un uso consapevole della rete insieme alla conoscenza di determinate logiche e pericoli, favorendo allo stesso tempo l'integrazione sociale tra i giovani in particolar modo sui temi della disabilità"