BORI PDI consiglieri regionali Tommaso Bori (Pd) e Thomas De Luca (M5S) chiedono che “sul bonus per gli operatori sanitari la Giunta non si limiti a redistribuire i fondi stanziati dal Governo, ma riconosca con risorse proprie l'impegno dei sanitari”. Per Bori e De Luca è necessario “superare le criticità, visto che sono stati esclusi tutti medici specializzandi e psicologi, biologi, farmacisti con contratti in convenzione. Ci sono disparità tra i lavoratori a seconda delle Aziende, e indennità tolta ad ammalati o isolati per coronavirus”.

 

(UNWEB) Perugia,  “La mancata sottoscrizione dell'accordo sindacale, con la richiesta di rinvio della firma da parte delle organizzazioni sindacali, ci dà l'occasione di chiedere alla Giunta regionale di fare la sua parte per quello che riguarda le risorse stanziate: ad oggi tutti i fondi previsti sono interamente finanziati dal Governo con il Decreto Cura Italia, senza che la Regione Umbria abbia stanziato nemmeno un euro aggiuntivo. Riteniamo ulteriori risorse quantomeno dovute”. È quanto dichiarano i consiglieri regionali Tommaso Bori (Pd) e Thomas De Luca (M5S).

“Il ruolo dell'esecutivo regionale - proseguono Bori e De Luca - non può e non deve essere quello di mero redistributore delle risorse aggiuntive stanziate dal Governo con il decreto Cura Italia, pari esattamente agli 11 milioni e 180 mila euro già arrivati (Tabella A del D.L. 17 marzo 2020, n. 18), magari omettendo di riferire che sono interamente risorse governative e cercando anche gli applausi. La Giunta Tesei riconosca l'impegno dei sanitari impegnando fondi dal proprio bilancio”.

“Hanno fatto bene le organizzazioni sindacali – spiegano Bori e De Luca - a non sottoscrivere un accordo senza che siano risolte numerose criticità macroscopiche: è paradossale la sottrazione dell'indennità agli operatori sanitari in malattia a causa del Covid-19 o in isolamento per contatti con un caso positivo. In secondo luogo il calcolo dell'indennità stessa è a giornata lavorativa e non ad ore effettivamente lavorate penalizzando i turnisti con alto carico di lavoro che fanno più ore in meno giorni lavori. La Giunta, che si fregia di lavorare di concerto con l'Università degli Studi di Perugia, ha totalmente escluso i medici specializzandi del nostro ateneo che stanno reggendo interi reparti. Una scelta incomprensibile e contraria a quello che accade nelle altre Regioni, come la confinante Toscana. Stessa situazione per i tanti psicologi, biologi, farmacisti e lavoratori dipendenti con contratti in convenzione, immotivatamente tagliati fuori da bonus e indennità”.

“Inoltre – continuano Bori e De Luca - le disparità di trattamento tra il personale delle 4 aziende in servizi della stessa fattispecie sono inaccettabili. Ad esempio non c’è la dialisi nell’azienda ospedaliera di Perugia, ma c’è in tutte le altre aziende umbre, così come il personale delle sale operatorie covid-19 delle aziende ospedaliere di Perugia e Terni viene discriminato rispetto ai medesimi colleghi delle Asl Umbria 1 e 2.  Infine – concludono - si tiene conto per l’erogazione solo del mese di marzo, sicuramente il più critico dal punto di vista dell’impatto organizzativo, ma purtroppo non il solo necessario al superamento della pandemia”.