DeLuca1407(UNWEB) "Azienda ospedaliera unica? Nessuna smentita a riguardo. Solo dichiarazioni informali del sindaco di Terni e alcuni onorevoli sul potenziamento dell'Ospedale di Terni". Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca nella conferenza stampa in streaming da Palazzo Cesaroni dei gruppi regionali di minoranza (PD, Patto civico per l’Umbria, Misto, M5S) sulla riforma del servizio sanitario dell'Umbria: "Tanto politichese, ma nessuna presa di posizione da parte della presidente Tesei e dell'assessore Coletto. La verità è che si lavora sottobanco, mentre c'è necessità di fare un discorso partecipato e condiviso" ha aggiunto De Luca.

Mentre la Tesei vuole chiudere l'azienda ospedaliera di Terni accorpandola a quella di Perugia, il M5S rilancia la sua proposta: due aziende sanitarie-ospedaliere Umbria nord e Umbria sud, attraverso un'integrazione orizzontale tra azienda sanitaria locale e azienda ospedaliera. "Due ospedali di eccellenza per l'alta specializzazione e un robusto potenziamento degli ospedali di comunità per il decentramento dei presidi sanitari, dei servizi e dell'emergenza-urgenza sul territorio - rilancia De Luca - serve una nuova alleanza tra ospedale e territorio che permetta una differenziazione funzionale e una copertura capillare in una logica smart ed efficiente. Nessuna sovrapposizione tra i due ospedali di Terni e Perugia, ad eccezione delle patologie tempo-dipendenti, ma un piano di potenziamento dell'offerta sanitaria e una revisione degli accordi con le regioni limitrofe per dare risposta alla domanda di mobilità attiva esclusivamente per le alte specialità".

I gruppi di minoranza hanno chiesto per il nuovo piano sanitario regionale un utilizzo corretto e condiviso dei fondi governativi ed europei per il rafforzamento della sanità pubblica. Il contrasto ai percorsi che vanno verso la privatizzazione della sanità. Una sanità che sia di tutti e per tutti, rafforzando le strutture integrate con il territorio. Soprattutto le minoranze hanno chiesto partecipazione e condivisione di contenuti, scelte ed obiettivi con operatori sanitari, rappresentanti delle istituzioni e del mondo universitario. La pandemia ha infatti dimostrato che l'accentramento e la mancanza di presidi diffusi sul territorio mandano in difficoltà il sistema sanitario. E' successo anche in quelle regioni che la giunta voleva prendere a modello per la privatizzazione. La gestione dell'emergenza da parte della giunta regionale ha invece portato l'accumulo di oltre 100.000 prestazioni sanitarie non erogate che sono da smaltire.

"Chiederemo un approfondimento su quali siano state le modalità per erogare le risorse - ha annunciato De Luca - in passato non c'è stata nessuna contrapposizione tra la realizzazione del Silvestrini e altri ospedali come quello di Branca o Pantalla. L'integrazione verticale danneggia il territorio. Mentre dimezzare poltrone, privilegi e costi permetterebbe di investire risorse nelle periferie dell'impero. Basta ospedali da campo, liste d'attesa infinite, discriminazioni territoriali. Su questo progetto d'integrazione noi ci siamo, oltre gli schieramenti e i campanilismi per il bene dell'Umbria. Non ci devono essere cittadini di Serie A e Serie Z - ha concluso De Luca - nell'orvietano i tempi di intervento del 118 superano nel 51% dei casi i 20 minuti. Questo determina aspettative di vita, per le patologie legate ad un soccorso tempestivo, molto differenti. E' inaccettabile. I servizi vanno attivati attraverso tecnologie e collaborazione con l'Università. In Umbria invece vediamo l'accentramento verso strutture elefantiache che non fanno l'interesse di alcun territorio, intasando le strutture".