bori Il capogruppo regionale del Partito democratico, Tommaso Bori annuncia la presentazione di una interrogazione per chiedere alla Giunta gli “intendimenti relativi al funzionamento dei Registri regionali di popolazione e patologia”. Per Bori, “nella battaglia per la salute i numeri sono fondamentali. I dati, attendibili e condivisi, permettono infatti un monitoraggio attento, individuando problematiche e fornendo risposte sulla loro evoluzione".

 

(UNWEB) Perugia  “Nella battaglia per la salute i numeri sono fondamentali. I dati, attendibili e condivisi, permettono infatti un monitoraggio attento, individuando problematiche e fornendo risposte sulla loro evoluzione". Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, annunciando una interrogazione alla Giunta regionale circa gli “intendimenti relativi al funzionamento dei Registri regionali di popolazione e patologia”.

"La mancata applicazione del capitolo specifico della legge regionale ‘11/2015’, che prevedeva l’esistenza di Registri regionali di popolazione e patologia, è dunque allarmante e sicuramente crea un danno alla salute dei cittadini e un impedimento alla ricerca. È per questo che serve un passo in avanti, anche con infrastrutture informatiche condivise tra le Aziende sanitarie, per evitare che la frammentazione sia un freno al diritto alla salute dei cittadini”.

“La sorveglianza epidemiologica, riferita ai diversi settori della medicina – spiega Bori – è la raccolta sistematica, l’analisi e l’interpretazione di dati specifici da utilizzare nella pianificazione, l’implementazione e la valutazione delle politiche dell’azione sanitaria. Si tratta di uno strumento fondamentale ai fini, non solo di gestione dell’attività e degli interventi sanitari, ma anche di studio e prevenzione attraverso l’analisi dei dati e il monitoraggio di eventuali e necessari programmi di contrasto. La raccolta e l’elaborazione di dati è dunque essenziale per la programmazione sanitaria e l’organizzazione”.

“L’Umbria - prosegue Bori - è da sempre, su questo fronte, una regione all’avanguardia. L’istituzione del Registro tumori, in convenzione con l’Università, è infatti del 1993. Nel 2015, la legge 11 (Testo unico in materia di sanità e servizi sociali), al capitolo III parla di ‘Registri regionali di popolazione e patologia’, istituendo il registro tumori, il registro mesoteliomi, il registro dialisi e trapianto, il registro trapianti d’organo, il registro malattie rare, il registro malformazioni congenite, il registro screening oncologici, il registro diagnosi anatomo-patologiche, il registro sla e il registro cause di morte. Una serie di strumenti importantissimi sui quali non c’è ancora una rendicontazione delle attività né prospettive. Ecco dunque – conclude il capogruppo Dem - la necessità di conoscere l’attività di questi registri e quali sono le prospettive per garantirne l’operatività, il tutto alla luce di una frammentazione, anche informatica, tra le Aziende regionali, che potrebbe averne frenato lo sviluppo”.