BoriIl capogruppo Pd all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Tommaso Bori, ha presentato una interrogazione alla Giunta con cui chiede di “verificare la correttezza della procedura che ha portato alla deliberazione delle Linee guida regionali e di avviare un vero percorso di partecipazione e concertazione con le parti in causa, affinché il trattamento sanitario obbligatorio e l’accertamento sanitario obbligatorio possano essere svolti in salute e in sicurezza, mettendo a sistema tutte le figure professionali necessarie”.

(UNWEB) Perugia,  – “E’ necessario verificare la correttezza della procedura che ha portato alla deliberazione delle Linee guida regionali, in seguito all’accordo Stato – Regioni, sul tema e un vero percorso di partecipazione e concertazione con le parti in causa, affinché il trattamento sanitario obbligatorio e l’accertamento sanitario obbligatorio in salute mentale possano essere svolti in sicurezza, mettendo a sistema tutte le figure professionali necessarie”. Così il capogruppo del Partito democratico, a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, che ha presentato un’interrogazione per chiedere alla Giunta regionale se intenda “modificare le linee di indirizzo per un vero percorso di partecipazione”.

Bori riassume la questione ricordando che “all’inizio del 2020 la Giunta ha adottato le ‘Linee di indirizzo regionali in materia di trattamento sanitario obbligatorio e accertamento sanitario obbligatorio in salute mentale’, recependo ed adeguandosi ai contenuti dell’Accordo Stato-Regioni siglato nel 2018. Linee di indirizzo che partono alla necessità di ‘migliorare l’appropriatezza e la concretezza dei processi relativi ai Tso e Aso e di ridurne la variabilità, garantendo il diritto alle persone a ricevere interventi comunque rispettosi della dignità personale”.

“Le linee di indirizzo – prosegue Tommaso Bori – hanno anche attivato un Gruppo di lavoro composto dagli operatori dei servizi sanitari coinvolti. Previsto inoltre l'insediamento in Prefettura di un apposito Tavolo, di cui però non sono chiare le componenti né tantomeno il coinvolgimento di figure cruciali e in prima linea come le polizie locali. Figure che pure avrebbero dovuto essere coinvolte ma, come specifica una nota della comandante della Polizia municipale di Perugia, Caponi, non sono state chiamate in causa su protocolli o atti per disciplinare il Tso o Aso”.

Il consigliere Bori sottolinea come “il mancato coinvolgimento ed informazione rispetto alle nuove Linee di indirizzo regionali della Polizia locale è rilevabile anche dal punto 2 della delibera n. 6 del 15.01.2020 in cui la Giunta regionale dispone di trasmettere le Linee di indirizzo deliberate solo ‘..alle Aziende sanitarie e alle Aziende ospedaliere della Regione’. Non mancano poi carenze logistico organizzative, come rivelato da diversi operatori. In primo luogo l’assenza della previsione stabile di personale medico a bordo del mezzo di pronto soccorso; la mancata individuazione di appositi locali in cui ricevere il paziente trasportato al Pronto soccorso”.

“Alla luce di queste considerazioni – conclude il capogruppo Pd – è necessario sapere se la Regione intenda rendere pubblici gli esiti del lavoro prodotto dal “Tavolo attivato presso la Prefettura di Perugia” e dal “Gruppo di lavoro regionale Salute e Welfare”, e se intenda avviare un vero percorso di partecipazione di confronto con tutte le figure professionali titolari della procedura di esecuzione dei Tso e Aso”.