BoriIl consigliere Tommaso Bori (capogruppo Pd) auspica che la Giunta di Palazzo Donini “si faccia promotrice di un accordo inter-istituzionale mirato alla realizzazione di ‘Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza” (REMS) da destinare alla popolazione carceraria umbra affetta da disturbi psichici’. Bori, dopo la recente visita al carcere di Capanne, ritiene che “una delle criticità più sentite dagli agenti di Polizia penitenziaria, dal personale sanitario e dagli stessi detenuti” sia “la gestione e la prevenzione degli eventi collegati ai problemi psichiatrici”.

 

(UNWEB) Perugia,   “La Regione si faccia promotrice di un accordo inter-istituzionale mirato alla realizzazione di “Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza” (Rems) da destinare alla popolazione carceraria umbra affetta da disturbi psichici”: è quanto chiede alla Giunta regionale il capogruppo del Partito democratico a Palazzo Cesaroni, Tommaso Bori, annunciando un atto formale e sottolineando come “tra le criticità più sentite dagli agenti di Polizia penitenziaria, dal personale sanitario e dagli stessi detenuti e detenute che ho avuto modo di incontrare nel corso della mia recente visita alla Casa circondariale di Capanne, c’è quello della gestione e della prevenzione degli eventi collegati ai problemi psichiatrici che, a vario titolo, e in diverse forme, affliggono quasi un terzo della popolazione carceraria”.

“Al fine di evitare l’insorgere di acuti ed episodi che arrivano anche mettere a repentaglio la sicurezza degli operatori e degli stessi detenuti - continua Tommaso Bori - serve un intervento strutturale che porti anche l’Umbria a dotarsi di luoghi in cui dare adeguata esecuzione alle misure di sicurezza detentiva, disposte dalla magistratura, con l'assegnazione a casa di cura e custodia. Gli oltre 650 eventi critici gestiti nell’arco dell’ultimo anno – prosegue il consigliere Pd - stanno a dimostrare che serve una rinnovata attenzione a questo tema, così come sulle altre criticità che affliggono le nostre carceri. Se il problema del sovraffollamento si pone, oggi, in maniera meno emergenziale – sottolinea il capogruppo Dem - la problematica del sotto organico degli agenti di polizia penitenziaria merita di essere affrontata con tutti gli strumenti a disposizione. Così come è un dovere per le istituzioni regionali fare in modo che si promuovano maggiori occasioni e nuovi progetti di rieducazione, formazione e lavoro, interno ed esterno al carcere, anche in collaborazione con le amministrazioni comunali, perché investire nel recupero e nel reinserimento dei detenuti è un dovere, un segno di civiltà ma anche un investimento per la sicurezza”.

“Negli ultimi anni – ricorda Bori - l’Umbria è stata in grado di lanciare alcuni segnali di civiltà al sistema detentivo, come nel caso degli spazi di preghiera per detenuti di fede islamica presso il carcere di Terni o con progetti di educazione e formazione a Spoleto, fino alle attività agricole svolte a Capanne. Le istituzioni regionali e provinciali hanno stanziato negli ultimi anni fondi per importanti progetti formativi, rivolti anche ai minorenni, e per il sostegno a iniziative di reinserimento lavorativo, come il progetto agricolo e l’officina creativa di produzione tessile a Capanne di Perugia, che, oggi, riuscirà a produrre maglie per la stessa Polizia penitenziaria. Serve dunque proseguire in questa direzione - conclude il capogruppo - e l’appello che rivolgo alla Giunta è quello di portare avanti azioni concrete che migliorino la qualità del sistema detentivo perché, mutuando le parole di Voltaire, oltre che è un dovere morale, è proprio dalle nostre carceri che si misura il grado di civiltà di una nazione”.