murro3(UNWEB) La vicenda che da tempo coinvolge i lavoratori della Ex Cementeria di Spoleto oggi Colacem s.p.a, lascia spazio a tanti dubbi in merito al futuro dei 29 residuati , oggi occupati all’interno del sito di Sant’Angelo in Mercole.

Purtroppo oggi ci ritroviamo dinanzi ad un’altra emergenza che riporta ad una crisi crisi occupazionale, deflagrata anche a seguito della emergenza epidemica.

L’ex Cementeria di Spoleto, importante realtà inserito nel contesto di tessuto industriale di Spoleto , occupava 74 lavoratori, oggi al sito di Sant’Angelo in Mercole solo 27 unità addetti al centro macinazione del clinker, materiale trasportato da Gubbio e lavorato al centro macinazione del sito spoletino, Due unità sono addetti alla cava , più l’indotto delle ditte esterne che si occupano dei trasporti, servizi e manutenzioni.

Il clima di incertezza sul futuro dei ‘superstiti’ lavoratori e delle loro famiglie è giunto ai livelli di grandi incertezze, mentre la Colacem continua la politica di spostamenti di clienti in altri siti di produzione del cemento con il rischio di una vera e propria emorragia nell’ambito occupazionale in questo caso riferito al territorio di Spoleto.

A questo punto è urgente che la Regione dell’Umbria promuova un tavolo di confronto con vertici Colacem di Gubbio, Comune di Spoleto (Assessorato Sviluppo Economico) e rappresentanti Sigle sindacali, sulle prospettive e sul futuro dei 30 lavoratori del sito spoletino . Il fatto che lo stabilimento di Sant’Angelo i Mercole sia l’unico presente nell’area del cratere, consentirebbe allo stabilimento di essere strategico per tutte le operazioni legate alla ricostruzione post terremoto, e per altre commesse per mantenere i posti di lavoro.