CGIL CISL Uil2(UNWEB) “Due incontri ai massimi livelli, ma assolutamente inconcludenti”. È nettamente negativo il giudizio dei sindacati confederali CGIL, CISL e UIL, sulle riunioni avute oggi in successione con l’assessore regionale alla Sanità, Coletto (“ancora una volta presente per pochi minuti al tavolo”, rimarca polemicamente il comunicato emesso dai sindacati) e con la presidente Tesei sull’emergenza sanità determinata dalla pandemia. I segretari regionali Tatiana Cazzaniga (FPCGIL) Luca Talevi (FPCISL) e Marco Cotone (UILFPL) rimarcano che dagli incontri non non sono emersi “nessuna novità e nessun cambio di direzione, nonostante le gravissime criticità, in tema di assunzioni, sicurezza e organizzazione che quotidianamente vengono denunciati dai lavoratori”.

Secondo le tre sigle, quello dell’amministrazione regionale è un “atteggiamento irresponsabile di chiusura di fronte ad una situazione evidentemente drammatica, frutto di una mancata programmazione nei mesi precedenti la seconda ondata”. Dopo questo severo giudizio politico, Cgil, CISL e UIL preannunciano che, a fronte della chiusura dell’istituzione regionale, chiederanno alla presidente Tesei e al Preferro l’attivazione del tavolo conciliativo. Lo stato di agitazione, che aveva portato nei giorni scorsi le tre sigle a chiedere l’intervento della Prefetture per attivare un confronto fino ad oggi non concesso dalla regione, sarà accompagnato da una serie di iniziative di mobilitazione davanti ai presidi sanitari della regione, il primo dei quali si è già svolto nei giorni scorsi davanti all’ospedale di Spoleto. Il prossimo, è previsto per venerdì alle ore 10 al Santa Maria di Terni e altri ne seguiranno. La priorità dei sindacati per questa delicata fase sono le assunzioni di personale a tempo indeterminato, per fronteggiare la cronica assenza di personale stabile nelle aziende sanitarie dell’Umbria. Ma, sottolinea il comunicato, è una priorità anche “un’organizzazione attenta del servizio sanitario, con l’opportuno coordinamento tra ospedali e territorio, con particolare riferimento a pediatri, medici di medicina generale, strutture socio sanitarie e assistenziali, USCA e continuità assistenziale”. Oltre alla garanzia che tutti gli operatori impegnati in prima linea vengano dotati di “adeguati e sufficienti dispositivi di protezione”.

Daniele Orlandi – Agenzia Stampa Italia