ArticoloUno CittadiCastelloRiceviamo e pubblichiamo.

Bozza di programma amministrative castello.


(UNWEB) Il programma di una coalizione è come una fotografia della coalizione stessa in cui i protagonisti dell’alleanza si presentano agli elettori chiedendo la loro partecipazione e il loro consenso.
Un programma elettorale può essere tante cose: un elenco di argomenti dietro ai quali non c’è niente, né analisi né proposta né amalgama politico, oppure la presentazione di un lavoro di squadra che, dopo aver coinvolto esperienze e competenze della Città viene discusso, limato e, infine, messo a disposizione di tutti, i punti prioritari per la Città. Ed è proprio la partecipazione alla discussione, il coinvolgimento di tecnici ed esperti varii, il confronto con gli studi e le esperienze regionali e nazionali che rappresentano la migliore garanzia per l’utilità e l’opportunità per la comunità locale. Per dare voce e gambe alla partecipazione proponiamo quindi di creare gruppi di lavoro sui diversi argomenti ai quali invitare tecnici, professionisti e protagonisti dei diversi settori con il compito di contribuire alla redazione del programma. C’è bisogno delle esperienze, delle intelligenze e delle competenze di tutti coloro ai quali sta più a cuore il futuro della Città che gli interessi personali. Tutte risorse che abbondano in Alta Valle del Tevere ma che ultimamente sono state troppo spesso trascurate o penalizzate.
“La politica non si fa con i sentimenti...figuriamoci con i risentimenti” amava dire il saggio Pietro Nenni. In questi ultimi 20 anni, al contrario troppi risentimenti, rancori, campanilismi, egoismi, egocentrismi e narcisismi hanno contribuito a sminuire il ruolo dei partiti e la partecipazione collettiva proprio nel momento in cui ci sarebbe bisogno dell’impegno e del contributo di tutti. E’ forte il bisogno di rilanciare la politica e la partecipazione ma questo processo richiede una forte discontinuità con il passato,un radicale rinnovamento della casse dirigente ad ogni livello.
La pandemia e la crisi socio economica hanno aperto la strada agli apprendisti stregoni che, di fatto, hanno scatenato la marea populista, sovranista e qualunquista. E’ stata spazzata via un esperienza positiva dopo 70 anni di governo delle sinistre. Quello che preoccupa è che non si vede in giro voglia di rivincita. Troppi giovanotti inesperti e disinvolti senza storia e senza memoria in cerca di accaparrarsi i biglietti per gli ultimi giri di giostra locali, regionali o nazionali. Invece la situazione politica aggravata in tutti i sensi dalla pandemia impone un cambio di passo radicale, un superamento degli accordi di vertice del passato, una politica di apertura a quanto di vivo esiste nel panorama cittadino. Sono almeno 20 anni che Città di Castello e l’Alta Valle del Tevere soffrono di una situazione di isolamento che è politico-istituzionale ma anche reale. Politico istituzionale perché spesso il nostro territorio non fa sentire la propria voce in sede regionale e nazionale mentre invece viene usato come merce di scambio per le carriere di alcuni personaggi “apprendisti stregoni”. Alcuni esempi. Negli anni Sessanta viene concepito il progetto della superstrada “Due Mari”,la Fano- Grosseto.Sono passati più di 60 anni e mentre le Marche hanno completato il tracciato sul proprio territorio e la Toscana è in via di completamento, l’Umbria non riesce a realizzare i 15 km che l’attraversano dalla Galleria della Guinza alle Ville di Monterchi. Eppure in passato più volte l’Anas e i governi di turno hanno annunciato che l’opera era finanziata. Poi i soldi sono stati stornati in altre infrastrutture ritenute prioritarie.

Si è verificata una convergenza tra la miopia interessata della classe dirigente regionale che considera l’Alta Valle del Tevere fuori dall’Umbria e gli interessi geopolitici di vice ministri come Riccardo Nencini che ha “menato il can per l’aia” per ritardare il completamento omogeneo della Due Mari.
Con il risultato che la “Due Mari” nei progetti dell’Anas sarà una superstrada a quattro corsie ovunque meno che nei 15 km umbri. Risultato ottenuto anche grazie al silenzio e al disimpegno dei parlamentari umbri bravissimi a tagliare i nastri e ad alzare coppe meno bravi a riportare legittimi risultati, utili ad un territorio con legami socio culturali ed economici fortissimi con le vicine Marche e Toscana. Questa non è spicciola polemica campanilistica ma sintesi dei fatti e degli atteggiamenti tenuti da troppi amministratori locali per favorire “altro e altri” da Città di Castello, una fotografia di quanto avvenuto negli ultimi decenni non solo sulle infrastrutture ma anche in altri ambiti come, per es., i rifiuti. Senza un minimo di analisi e un radicale cambio di atteggiamenti politici e amministrativi e di personale politico non riusciremo ad uscire dall’isolamento che penalizza la vivacità imprenditoriale dell’Alta Valle del Tevere. Città di Castello non vuol essere privilegiata rispetto ad altre realtà regionali ma neanche penalizzata. Tanto più se la penalizzazione avviene ad opera di coloro che dovrebbero tutelare e promuovere nelle dovute sedi gli interessi legittimi del territorio.

Occorre un progetto condiviso e partecipato, nuove idee utili alla nostra comunità, scelte coraggiose e percorsi utili. La pandemia impone risposte alle sfide più urgenti che abbiamo di fronte. Da subito anche se le elezioni saranno presumibilmente a maggio o giugno di quest’anno.
Il progetto che vogliamo costruire dovrà dare risposte a criticità storiche di Città di Castello e a nuove criticità, legate anche alla “rivoluzione” Covid-19, in cui la questione ambientale dovrà essere sempre più centrale e trasversale agli altri ambiti, per stringere così un nuovo patto intergenerazionale e per costruire una città nuova, che oggi abbiamo in prestito e che dovremo restituire – migliore – alle generazioni future.

Da queste sfide passa la costruzione di una Città nuova da ideare e realizzare nel contesto di un’epoca diversa dalla precedente, in cui il Pubblico deve trovare nuova centralità quale bene comune e strumento di innovazione per una buona amministrazione, attraverso un dialogo costruttivo con il tessuto produttivo, sociale e associativo.
Vogliamo che Città di Castello diventi una città accessibile, con meno burocrazia, con una mobilità sostenibile ed efficiente, con servizi facilmente fruibili, con cultura e culture diffuse e originali, con spazi in grado di favorire la socialità a tutte le generazioni, senza barriere architettoniche e di pensiero. Una Città più attraente per giovani lavoratori e giovani imprese, amica dei bambini e dei loro nonni; ben collegata con le reti materiali e immateriali del nostro territorio; accessibile da studenti e lavoratori fuori sede.
Vogliamo prenderci cura del nostro territorio, dei suoi abitanti e del suo futuro, sostenendo fermamente tutto ciò che favorisce un incremento demografico. Le famiglie sono al centro della nostra comunità: è essenziale sostenerle e stimolarle per fare in modo che trovino un luogo dove crescere, con particolare attenzione alle famiglie con bambini, anziani, con specifiche esigenze, disabili o altre forme di fragilità, aiutandole nella loro vita quotidiana. Vogliamo promuoverenuove misure di conciliazione tra vita e lavoro che consentano a tutti i futuri genitori di poter serenamente progettare la crescita della propria famiglia.
Vogliamo una comunità inclusiva, nella quale nessuno deve essere lasciato indietro. Città di Castello dovrà avere cura della fragilità e della vulnerabilità, consapevoli che questo sia efficace termometro con il quale misurare il grado di salute di una comunità. Terza età, disabilità, difficoltà economica sono le prime zone d’ombra che l’amministrazione dovrà illuminare col suo operato.
Sono questi solo alcuni dei tratti principali attraverso i quali vogliamo realizzare insieme e con coraggio questo nuovo inizio per la Città.
Un percorso che, attraverso idee e azioni concrete, vuole dare vita a una Città più forte, nella quale non ci si arrende alle sfide del presente ma si trovano insieme soluzioni per superarle, trasformando quella che prima chiamavamo ‘crisi’ in ‘opportunità’.
Opportunità nuove, vere e per tutti. Vogliamo realizzare una Città eco socialista.

Cosa significa Sinistra ecoSocialista? La filosofia di ecosocialista è quella di pensare ad un mondo diverso; un mondo dove le diseguaglianze si riducono, dove le risorse per il benessere di tutti vengono recuperate togliendo di più a chi ha di più e di meno a chi ha di meno. Dove non esistono Paesi sfruttati da altri Paesi, dove l’assenza di sfruttamento non genera carestie, miseria, emigrazioni di massa. Un mondo dove la ricerca del massimo profitto non genera devastazioni ambientali e pericolosi cambiamenti climatici. Questo il contesto generale. Sta a tutti noi tradurre in azioni virtuose questi indirizzi, guardare con altri occhi e riflettere di più sulle proposte che ogni anno ci vengono proposte dai giovani che chiedono un impegno forte contro lo sfruttamento delle risorse naturali. Anche in Italia si può, anche nel piccolo delle nostre vite quotidiane. Per capirci meglio più Altrocioccolato dove il cacao sa di giustizia e meno Eurochocolate dove il cacao sa di sfruttamento. Sempre per continuare con qualche esempio, una città può dirsi ecoSocialista quando opera una necessaria revisione della tassa sui rifiuti che colpisce soprattutto le famiglie e le piccole imprese.
EcoSocialista è un Piano Urbanistico che non preveda nuove costruzioni, ma una ristrutturazione dei volumi esistenti in senso dell’efficienza energetica, un recupero del patrimonio pubblico anche per rispondere al problema di coloro che sono rimasti senza casa. Una Città che discuta approfonditamente prima di spostare il centro storico cittadino nella zona industriale nord sconvolgendo una storia urbanistica plurisecolare. Una Città che ripensi se stessa nel modo di produrre energia pulita: la Città del Vento, del Sole , potremmo dire. Una Città che investa sul proprio futuro nella dimensione Euro-Mediterranea. Che sia esempio di accoglienza per tutti, come la sua storia ci ha insegnato. Una Città accogliente perché capace di opportunità di lavoro per i propri ragazzi e per coloro che arrivano. Tutto ciò è ecoSocialismo.

Mentre il partito trasversale e provinciale rincorre una improbabile alta velocità ferroviaria in questo ultimo decennio è stata accantonata la tratta ferroviaria Sansepolcro-Perugia-Terni, la ex Fcu, che ha viaggiato senza interruzioni per più di un secolo. Della tratta originaria è ormai attiva solo una piccola parte che va da Città di Castello a Ponte San Giovanni. Occorre una riflessione importante nel metodo e nel merito: Non c’è stata alcuna trasparenza e nessuna partecipazione nel percorso che ha portato alla chiusura. Questo mentre l’Unione Europea lanciava un piano che tra l’altro, prevede l’uso dell’idrogeno come combustibile per la tratta ferroviaria Sansepolcro-Terni-Rieti-L’Aquila-Sulmona per far uscire dall’isolamento i territori da essa attraversati.

Una proposta subito fatta propria da numerosi esponenti politici e amministrativi della Toscana, del Lazio e dell’Abruzzo; da società private e dalla Scuola Sant’Anna della Normale di Pisa che ha dedicato un master a questa proposta comunitaria. Singolare il silenzio assoluto che viene da tecnici e politici umbri. Eppure questa proposta sarebbe finanziata dall’Unione Europea che intende promuovere l’uso dell’idrogeno per tutelare l’ambiente. Una proposta ecoSocialista che può aprire una prospettiva seria per il nostro territorio. Una proposta che merita di essere approfondita e rilanciata con forza. In Italia stanno per arrivare i soldi del Recovery fund che saranno vincolati a progetti ed idee: digitalizzazione ed innovazione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture, istruzione, ricerca, parità di genere e sanità. Niente idee e progetti realizzati significa niente soldi. Soldi che poi andranno restituiti impegnando il Paese ad uno sforzo economico per niente trascurabile. Ora l’Umbria, ma anche Città di Castello, sembra impantanata nella palude provinciale del chiacchiericcio politico e dei meschini interessi di bottega, priva di idee, di progettualità.. Una coalizione responsabile anche se a livello locale deve guardare al futuro predisponendo la più ampia partecipazione a questi progetti inserendo le proprie proposte sulla scia di quelle nazionali prima possibile per non perdere l’ennesimo treno.
Il compito di una nuova amministrazione sarà quello di affrontare numerose sfide in una situazione appesantita dagli sforzi per ripianare il deficit causato dalla pandemia. Se questa nuova ricostruzione sarà affrontata con l’aiuto di tutti, riusciremo a dare una risposta a queste sfide di cui qui facciamo un elenco.

1) INFRASTRUTTURE COME FATTORE DI RILANCIO DELLO SVILUPPO ECONOMICO DEL TERRITORIO; SPERIMENTAZIONE DI MODELLI DI INFRASTRUTTURAZIONE SOSTENIBILE.
2) RAPPORTI CON LE SOCIETA’ PARTECIPATE E RIDEFINIZIONE DEL RUOLO DELLE STESSE; MODALITA’ DI GESTIONE CHE GARANTISCANO PARTECIPAZIONE NELLE SCELTE E TRASPARENZA NELLA GESTIONE DEL PERSONALE E DELLE SPESE.
3) AVVIARE UNA NUOVA FASE DI ASCOLTO E DI PARTECIPAZIONE NELLE SCELTE DELLA AMMINISTRAZIONE COMUNALE, ATTRAVERSO LO SVILUPPO DI UNA NUOVA DINAMICA DI COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI E DELLE LORO ORGANIZZAZIONI.
4) RIPRENDERE IL TEMA STRATEGICO DEI RAPPORTI CON LE REGIONI CONFINANTI (TOSCANA, EMILIA ROMAGNA E MARCHE) COME OPPORTUNITA’ DI REALE INTEGRAZIONE SIA SETTORIALE (SALUTE, TURISMO, CULTURA, SVILUPPO ECONOMICO, INFRASTRUTTURE) SIA ISTITUZIONALE.
5) ADOTTARE NUOVE FORME DI AZIONE AMMINISTRATIVA, A PARTIRE DALLA SELEZIONE DELLE DONNE E DEGLI UOMINI CHE SARANNO CHIAMATI A GOVERNARE LA CITTA’: PER UNA FASE DECISIVA COME QUELLA DELLA “RICOSTRUZIONE” POST COVID OCCORRE INDIVIDUARE LE MIGLIORI ENERGIE DELLA CITTA’, RIFIUTANDO IL CRITERIO DEL “VA IN GIUNTA CHI PRENDE PIU’ PREFERENZE”.
6) LA POSSIBILITA’PER CITTA’ DI CASTELLO DI TORNARE AD ESSERE IL CAPOLUOGO DELL’ALTA VALLE DEL TEVERE, MOTORE TRAINANTE PER IL NOSTRO TERRITORIO NELLA FASE DI “RICOSTRUZIONE” POST COVID DIPENDERA’ MOLTO DA COME L’AMMINSTRAZIONE COMUNALE SAPRA’ DISTINGUERSI IN TERMINI DI PROPOSTE A VALERE SUI FONDI COMUNITARI. TALE FASE DI RICOSTRUZIONE COINCIDERA’ INFATTI CON UN PERIODO IN CUI CONTEMPORANEAMENTE SARANNO AVVIATI TUTTI GLI STRUMENTI COMUNITARI A DISPOSIZIONE DELLA REGIONE E DELL’ITALIA (PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2021-2027):
-NUOVO FSE (FONDO SOCIALE EUROPEO): POLITICHE SOCIALI E POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO;
-NUOVO FEASR (FONDO EUROPEO AGRICOLO DI SVILUPPO REGIONALE): POLITICHE AGRICOLE, AGROALIMENTARI E FORESTALI;
-NUOVO FESR (FONDO EUROPEO DI SVILUPPO REGIONALE): POLITICHE DI SVILUPPO ECONOMICO, INTERNAZIONALIZZAZIONE E FINANZA DI IMPRESA.
-RECOVERY FUND: ASSI PORTANTI I SERVIZI SANTARI, SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E DIGITALIZZAZIONE;
-ALTRI PROGRAMMI NAZIONALI E/O COMUNITARI CHE FINANZIANO PROGETTI ALLE REALTA’ TERRITORIALI: URBACT, ERASMUS, EUROPE FOR CITIZENS, COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ALLO SVILUPPO, SERVIZIO CIVILE NAZIONALE, etc.
PER POTER RECITARE UN RUOLO DI FRONTE A TALI SFIDE L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DOVRA’ DOTARSI DI UNA STRUTTURA CHE ABBIA UNA VISIONE CHIARA DEL FUTURO DELLA CITTA’, SAPPIA PRODURRE IDEEE E PROGETTAZIONI. PROPONIAMO QUINDI LA CREAZIONE DI UN GRUPPO DI LAVORO INTERNO AL COMUNE CHE FUNGA DA “UFFICIO PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA” E CHE LAVORI IN CONTATTO CON I SOGGETTI CHE NEL COMUNE SONO IN GRADO DI SUPPORTARE TALE SFORZO DI PROGRAMMAZIONE (AD ES. BUFALINI E MONTESCA).

Se, al contrario, la sinistra si attarderà in litigi e gelosie da condomini, questi punti prioritari non saranno risolti e le attuali tinte grigie della Città diventeranno sempre più nere.