Fora Meloni Colletto(UNWEB) Perugia,  L’Assemblea legislativa dell’Umbria ha discusso, nella odierna seduta di question time, l’interrogazione a risposta immediata dei consiglieri Andrea Fora (Patto civico per l’Umbria) e Simona Meloni (Pd) che chiede all’Esecutivo di Palazzo Donini se intende “attivare i servizi di medicina territoriale attraverso la collaborazione con la rete delle farmacie umbre”.

Illustrando l’atto in Aula Fora ha spiegato che la Giunta dovrebbe “definire con le farmacie nuovi ed innovativi progetti di medicina territoriale sperimentando anche la figura dell’infermiere di farmacia. Progetti che possono essere in parte finanziati con risorse da individuare all’interno del Piano sanitario regionale e delle risorse aggiuntive stanziate dalla Comunità Europea e dal Governo per il potenziamento della medicina territoriale. La realizzazione di un nuovo modello organizzativo del sistema sanitario, basato sulla deospedalizzazione e sulla continuità assistenziale è un’esigenza da tempo avvertita in Umbria. Malattie croniche e invecchiamento della popolazione hanno evidenziato la carenza di risorse per garantire continuità terapeutica e integrazione di servizi. L’emergenza sanitaria ha mostrato la necessità di un rafforzamento dell’assistenza territoriale, con un’effettiva integrazione tra le diverse professionalità che rendono possibile la continuità delle cure nel territorio. E fra queste per capillarità di presenza assume un ruolo strategico anche il farmacista. In questi anni c’è stato un processo di trasformazione di questa figura che è oggi in grado di fornire al paziente un’assistenza più coerente con la nuova domanda di salute e di proporsi come autorevole referente del percorso di cura, assumendo una posizione strategica nel potenziamento della sanità territoriale. In Umbria sarebbe importante assegnare speciali compiti e funzioni assistenziali da attribuire alle ‘farmacie dei servizi’ implementando il nuovo Piano socio sanitario regionale, facendo svolgere loro la partecipazione al servizio di assistenza domiciliare integrata. Quindi, anche per la capillare distribuzione nel territorio regionale delle farmacie, diviene centrale il ruolo del farmacista per garantire un modello innovativo di medicina territoriale. La Regione, anche nel recente passato, ha inteso valorizzare il ruolo delle farmacie anche accantonando risorse che non risultano essere state fino ad oggi erogate”.

L’assessore Coletto ha risposto che “la legge approvata nel 2009 prevedeva oneri a carico del servizio sanitario nazionale con 36 milioni di euro per le 9 regioni di sperimentazione, tra cui l’Umbria. Un accordo dell’ottobre del 2019 ha approvato le linee di indirizzo delle farmacie di comunità e ha definito un crono programma per gli atti sperimentali, trasmesso a dicembre 2019. Poi è arrivata la pandemia e le attività programmate per l’avvio della sperimentazione hanno avuto una battuta di arresto. Nel frattempo ci sono stati accordi non preventivati con le farmacie per l’erogazione di prestazioni a carico del sistema sanitario regionale, inquadrabili nel progetto di farmacie di servizi che possono diventare un presidio sanitario del territorio per l’erogazione di prestazioni essenziali. La sperimentazione delle farmacie di servizio prevede un riparto di risorse tra le regioni oggetto di sperimentazione, che per l’Umbria è di 720mila euro. Sono già riprese le interlocuzioni con le farmacie per i protocolli attuativi della sperimentazione, compatibilmente con la pandemia”.

Nella replica Meloni ha detto che “ci sono dati e indagini che indicano la farmacia come il luogo più prossimo per i cittadini anche in ambito sanitario. Ci sono oggettive difficoltà dovute alla pandemia, però in un momento come questo dove serve un rapporto ancora più stretto, bisognerebbe velocizzare questi processi in atto. Ci sono risorse impegnate dalla Giunta negli accantonamenti mai spesi. Chiedo di non fermarsi ai buoni propositi e di non prendere la pandemia come scusa per ritardare impegni già in essere. Ci sono soldi che non sono stati spesi. Cerchiamo di portare la discussione su ambiti concreti e non procrastinare decisioni”.