PDIl capogruppo del Partito democratico Tommaso Bori, anche a nome degli altri consiglieri Dem, esprime il cordoglio e la vicinanza alla famiglia di Francesco Innamorati, deceduto nel corso della notte. Con la sua scomparsa, scrive Bori, “l’Umbria perde una persona straordinaria, un testimone autentico e appassionato del movimento antifascista che, con il suo impegno civile e politico, ha saputo alimentare, nel solco tracciato dalla Resistenza, la memoria e valori della Costituzione e della vita democratica”.

 

(UNWEB) Perugia, - “Con la scomparsa di Francesco Innamorati l’Umbria perde una persona straordinaria, un testimone autentico e appassionato del movimento antifascista che, con il suo impegno civile e politico, ha saputo alimentare, nel solco tracciato dalla Resistenza, la memoria e valori della Costituzione e della vita democratica”. Così il capogruppo del Partito democratico, Tommaso Bori, anche a nome degli altri consiglieri del Gruppo, esprime il “cordoglio e la vicinanza alla famiglia, già provata dalla prematura scomparsa della figlia Serena”.

“In particolare – aggiunge il capogruppo Dem -, con Francesco Innamorati scompare un protagonista importante della storia recente della città di Perugia. Un figlio di quella borghesia laica che nel tempo ha saputo costruire, attraverso l’impegno civile, il profilo di una comunità, sempre dalla parte della giustizia e della libertà, ma soprattutto avendo come stella polare il progresso di Perugia e dell’Umbria. Una famiglia, un cognome – continua Bori -, che ricorre costantemente nella storia di Perugia, a testimonianza che la parte migliore della città ha saputo schierarsi a difesa del suo progresso”.

“Colpiva in lui – osserva Bori - l’assenza della rivendicazione di quell’appartenenza sociale e, ogni volta che veniva chiamato a rinnovare il suo impegno, rispondeva mettendo a disposizione cultura e competenza, spesso senza il furore ideologico degli anni del dopoguerra. ‘La politica si fa con il cervello, non con il cuore o la pancia’, amava ripetere. L’impegno antifascista dei ‘ragazzi del Liceo Classico’, si trasformò ben presto nell’arruolamento nel 22° Reggimento Fanteria ‘Cremona’ che liberò Alfonsine e Fucignano il 25 gennaio 1945, per poi partecipare alla liberazione dell’Italia”.

“Vicesindaco e poi consigliere regionale – ricorda Bori -, fu capogruppo di opposizione durante il primo centro destra negli anni sessanta. Ha sempre mantenuto il legame profondo con quella parte di Perugia che, attraverso l’impegno, ha posto come obiettivo la costruzione di una città e di una comunità, legata alle dinamiche nazionali e mai chiusa negli angusti spazi della provincialismo. Portò, da solo, la bandiera della Federazione del Pci ai funerali di Enrico Berlinguer, una testimonianza di come la politica deve educare al sacrificio e all’umiltà, bel aldilà dell’appartenenza sociale. Fino ad oggi – conclude la nota di Bori e dei consiglieri Pd - è stato un giovane novantenne, amato e rispettato da tutta la comunità democratica, per cui rimarrà un fulgido esempio”.