Coletto0903(UNWEB) Nel question time odierno, i consiglieri della Lega Francesca Peppucci, Stefano Pastorelli, Daniele Carissimi, Paola Fioroni e Eugenio Rondini hanno interrogato l’assessore alla Sanità, Luca Coletto, per sapere “quale sia il numero degli utenti interessati dalla mobilità passiva nella regione Umbria e il trend degli ultimi dieci anni in riferimento ai singoli servizi sanitari, quali sono i servizi maggiormente coinvolti e quali azioni si intendono adottare per ridurre la mobilità passiva sanitaria”.

“La mobilità passiva – ha spiegato in Aula la prima firmataria Francesca Peppucci - indica le prestazioni erogate ai cittadini al di fuori della regione di residenza, identifica i debiti di ciascuna Regione e finisce per togliere ingenti risorse al sistema sanitario pubblico, con ripercussioni negative sulla popolazione. I dati attualmente disponibili testimoniano che sono stati spesi milioni di euro per la mobilità passiva e che queste somme sono in costante aumento nel corso degli anni, risultato delle scelte operate dalle passate amministrazioni regionali. Si rende necessario un importante cambio di rotta, attraverso misure che vadano a ridurre la mobilità passiva e a incrementare quella attiva. Molti umbri da anni decidono di spostarsi per ricevere prestazioni sanitarie. Necessario quindi agire per evitare la fuga fuori regione, la sanità umbra deve essere competitiva e attrattiva”.

L’assessore Coletto ha fornito i dati: “dal 2010 al 2019 la mobilità passiva ha visto un incremento di fatturato di 10,6 milioni di euro, da 86,2 a 96,8 milioni, pari al 12,2 per cento. Mobilità attiva decremento dal 2014 con oltre 108 milioni, al 2019 da 93,4 milioni, quindi un meno 14 per cento. Il saldo era positivo nel 2014 di oltre 20 milioni, nel 2018 il primo saldo negativo di oltre un milione di euro, che nel 2019 diventa 3,3 milioni. I ricoveri costituiscono oltre il 70 per cento di questo trend negativo, la specialistica ambulatoriale il 15 per cento e la somministrazione diretta dei farmaci incide per un 8 per cento. Complessivamente le attività suddette, farmaci, ricoveri e specialistica, sono il 95 per cento del totale della mobilità passiva. Frutto delle scelte operate dalle varie amministrazioni regionali succedutesi. Le principali categorie di ricovero per cui i pazienti umbri si spostano fuori regione sono l’ortopedia, il sistema cardiovascolare chirurgico, le protesi ortopediche per anca e ginocchio, l’oncologia chirurgica, la riabilitazione di lunga degenza e altre. Tale fuga dei cittadini è dovuta anche alla insufficiente attrattività del servizio sanitario umbro per i professionisti, che optano per altre regioni o per il privato. Ovviamente i nostri sforzi saranno dedicati a ricostruire la mobilità attiva per i prossimi anni e la nuova programmazione sanitaria sarà entro breve tempo in Aula”.