Bianconi Morroni(UNWEB) Nella seduta dedicata al Question time, il consigliere regionale Vincenzo Bianconi (gruppo Misto) ha interrogato l’assessore Roberto Morroni per sapere “quali sono le politiche di gestione delle risorse idriche e come mai l’Umbria risulta essere la seconda regione d’Italia più cara per bolletta idrica”. Inoltre Bianconi chiede anche “quali azioni la Regione intenda porre in essere al fine di ridurre la dispersione idrica e il costo dell’acqua per le famiglie umbre, chiarendo altresì cosa verrà fatto per scongiurare e prevenire ogni potenziale rischio per la salute dei cittadini”.

Bianconi ha sottolineato che “l’Umbria aspira a collocarsi in vetta alla classifica delle regioni green d’Italia, ma contraddizioni evidenti come quelle che riguardano la mancata tutela delle risorse naturali non possono più esistere. Sono state condotte indagini lo scorso gennaio dal Dipartimento di prevenzione della Usl Umbria 1 e Umbra Acque sulle condutture dell’acquedotto regionale. Mi chiedo se saranno effettuate ricerche di fibre di amianto nelle acque della rete potabile anche nel territorio di competenza dell’Azienda Usl Umbria 2 e i tempi entro cui verranno sostituite tutte le tubature di eternit danneggiate. La Regione ha il dovere di garantire la salute come bene primario e la salubrità dell'ambiente di vita, eliminando tutte le possibili cause di inquinamento. Riguardo le tariffe, ricordo la ricerca dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, che evidenzia come nonostante l’abbondanza di acqua nella regione, i cittadini sarebbero costretti a pagare la seconda tariffa più alta di tutto il Paese, superiore di oltre il 25 percento rispetto alla media nazionale. Non si possono penalizzare i cittadini, già stremati dalla crisi, facendo scontare loro il costo della vetustà delle condotte. Occorre adottare comportamenti etici che prevedano, nella lotta agli sprechi, anche un controllo attento e un’accurata manutenzione delle condutture pubbliche. Nessuno si aspetta la bacchetta magica, tuttavia pretendiamo che questa Amministrazione manifesti la volontà e la sensibilità di inserire il tema ambientale tra le priorità dell’agenda di Governo, per il benessere di tutti gli umbri di oggi e delle generazioni future”.

L’assessore Morroni ha risposto che “lo studio di Cittadinanzattiva sulle tariffe evidenzia come la spesa media annua è di 531 euro per 192 metri cubi di consumo e 399 per 150 metri cubo. Nel territorio Foligno Valnerina il consumo medio è di 97 metri cubi annui, a Perugia è di 103 metri cubi. Quindi per l’Umbria, con un consumo medio annuo di 150 metri cubi, la spesa media è di 399 euro, il 6,8 per cento più bassa rispetto alla media del centro Italia che è di 428 euro. Sicuramente c’è spazio per attività migliorative e questo si accompagnerà ad una serie di interventi che devono avere anche una attenzione ai costi. Per le infrastrutture, c’è un elevato fabbisogno di investimenti per colmare un gap accumulato in decenni. Gli investimenti sono molti: Umbria Acque fino al 2011 ha investito 23 euro per abitante, tra il 2012 e il 2017 37 euro, nel 2018-19 58 euro e per il prossimo quadriennio la previsione è di 61 euro; per Valle Umbra Servizi, fino al 2011 investimenti pari a 12 euro per abitante, nel 2011-2017 30 euro, nell’ultimo biennio 26 euro, un rallentamento riconducibile al sisma 2016, mentre per il prossimo quadriennio sono previsti 72 euro; per i servizi Sii, nell’ultimo biennio ci sono stati investimenti con una media di 61 euro ad abitante. Per quanto riguarda la questione amianto, i gestori del servizio idrico per garantire la potabilità dell’acqua hanno messo in campo una intensa attività di campionamento e analisi. È stata definita una disciplina di settore, con un modello basato su un sistema di indicatori prestazionali. Tra i controlli previsti non compare la verifica di cemento amianto. Nonostante ciò in Umbria ci sono stati molti controlli. UmbraAcque nel gennaio 2020 ha stipulato una convenzione con l’Asl 1 per il campionamento e analisi. Sono stati identificati 50 punti di campionamento dell’acquedotto, che verrà fatto annualmente. I primi risultati evidenziano l’assenza di amianto nei campioni; Valle Umbra nel luglio 2020 ha avviato una serie di contatti con l’Asl per stipulare un protocollo per il campionamento simile a quello di Umbria Acque; per le zone di competenza Sii, ad oggi non risultano segnalazioni di amianto. La norma non fissa limiti al cemento amianto in acqua potabile. Non esiste alcuna prova che l’ingestione di fibre sia pericolosa, non è stato pertanto stabilito un valore soglia”.

Nella sua replica Bianconi ha ricordato che “la nostra dispersione è al 49 per cento rispetto al 36 della media nazionale. Arriveranno delle risorse e serve grande azione perché l’Umbria ha necessità di un miglioramento dell’infrastruttura per il futuro”.