(UNWEB)  “Procedere immediatamente al rinnovo dei contratti del personale sanitario assunto in via ‘emergenziale’, e in scadenza il prossimo 31 dicembre e assicurare la prosecuzione del percorso anche a tutti coloro che sono stati assunti nel periodo pandemico, ma con avvisi emanati in precedenza”. A chiederlo è il vicepresidente della Commissione Sanità dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, Tommaso Bori (Pd), ricordando anche la mozione del Pd, “firmata dal capogruppo Simona Meloni e dal vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Michele Bettarelli, per impegnare la Giunta regionale a provvedere alle necessarie proroghe e percorsi di stabilizzazione, indispensabili al rafforzamento del sistema sanitario regionale”.

“La situazione – spiega Bori – richiede finalmente un intervento risolutivo e non un pannicello caldo. In Umbria, secondo le stime diffuse recentemente dalla Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche, mancano almeno 1000 infermieri in regime ordinario e la ripresa della pandemia, invece, ci porterà verso un incremento dei posti letto, un potenziamento dell’attività di tracciamento e la necessità di ricorrere nuovamente alla vaccinazione di massa attraverso la somministrazione della terza dose. Appare evidente, quindi, come il personale sia largamente insufficiente come, per evitare un sovraccarico, serva l’immediata proroga dei contratti in scadenza per tutto il personale interessato”.

“Ad aggravare questa situazione – prosegue Bori – i sindacati sottolineano anche la mancata erogazione del Bonus covid al personale sanitario nel 2021 e la mancata estensione dell’indennità di malattie infettive al personale operante nei reparti Covid nel periodo di pandemia. Servono invece politiche attrattive, con l’obiettivo di non perdere risorse fondamentali che altrimenti scapperebbero verso altre regioni. Servono concorsi per il tempo indeterminato, dotazioni organiche sufficienti per i servizi territoriali. I numeri delle assunzioni effettuate e tanto sbandierate, d’altronde, restituiscono una situazione in chiaroscuro: 976 unità di cui 252 medici, 406 infermieri e 318 altre tipologie di personale sanitario. Rispetto a questi dati i contratti stipulati a tempo indeterminato per i medici sono solo 7 (pari al 4,1%) rispetto al 16,4% del Centro Italia e al 12,5% dell’intero Paese. Delle unità assunte, 54 sono medici specializzandi, 28 sono medici abilitati non specializzati, ma in entrambi i casi le percentuali sono comunque inferiori sia alla media nazionale sia alla media del Centro Italia. Inoltre, l’incidenza degli infermieri assunti risulta essere del 41,6% (inferiore a quella dell’Italia Centrale) e le unità assunte con contratto a tempo indeterminato sono solo 17, con un’incidenza sul totale infermieri del 4,2%, ossia di molto inferiore sia alla media nazionale del 27,4%, sia a quella del Centro Italia (52,5%)”.

“È il tempo quindi – conclude Bori – di mettere un freno ai proclami e di agire con concretezza ed efficacia. Il sistema sanitario umbro attende risposte e non slogan”.