(UNWEB) “Questa mattina ho portato la mia solidarietà al presidio di lavoratori che ha occupato lo stabilimento di Cerbara a Città di Castello”. È quanto dichiara il consigliere regionale Valerio Mancini (Lega - Presidente Seconda Commissione).

“La Japan Tobacco International (JTI) - ricorda Mancini - ha deciso di spostare, già dalla prossima campagna produttiva, la lavorazione del tabacco da TTI (Trasformatori Tabacchi Italia) allo stabilimento Deltafina di Bastia Umbra. Una scelta che sta destando ben più di una preoccupazione per i lavoratori altotiberini. La filiera tabacchicola dell’Alto Tevere conta un’incidenza occupazionale di circa 2500 unità. Pertanto serve uno sforzo unanime della politica per garantire che la lavorazione del tabacco greggio non venga delocalizzata. Per questo, già nella seduta della Seconda Commissione di domani, mercoledì 2 febbraio, inizieremo a lavorare per convocare in audizione nel più breve tempo possibile i rappresentanti del lavoratori della TTI, oltre all’assessore regionale Roberto Morroni. E l’invito verrà esteso anche ai vertici di JTI”.

“Non bastano - spiega Mancini - le rassicurazioni sul mantenimento dei livelli occupazionali. Serve che lo stabilimento di Cerbara continui a restare operativo, in considerazione della tradizione centenaria che la lavorazione del tabacco vanta nel nostro territorio. In questi mesi l’assessore Morroni ha convocato a più riprese il tavolo regionale sul tabacco, manifestando sostegno e ascolto a tutti i lavoratori del settore. Un impegno che non può essere vanificato dalle scelte di una multinazionale che rischiano di compromettere la stabilità economica dell’Alta Valle del Tevere. È importante che JTI rassicuri concretamente i lavoratori, anche stagionali, dell’Alto Tevere, garantendo che nessuno perderà il posto di lavoro. Ma occorre anche avviare una valutazione circa la possibilità di mantenere la lavorazione del tabacco all’interno dello stabilimento di Cerbara. Ci si deve domandare - conclude Mancini - se un lieve rincaro del prodotto finito e una diversa ripartizione delle accise, possano portare finalmente stabilità nel mercato del tabacco, che è in crisi ormai da anni”.