(UNWEB) “L’appalto per i servizi ai ragazzi con bisogni educativi speciali nelle scuole di Perugia va verso la risoluzione, lasciando il sistema scolastico nel caos, con un pericolosissimo vulnus a metà anno scolastico, inaccettabile per una realtà che era un modello”. Così il consigliere regionale Tommaso Bori (Pd - vicepresidente Commissione Sanità) annunciando la presentazione di una interrogazione sul tema “con l’obiettivo di fare chiarezza in merito all’eventuale rispetto di tutte le procedure dato che la Giunta del Comune di Perugia si è rifiutata di rispondere”.

“Avevamo già denunciato – spiega Bori in una nota congiunta con i gruppi consiliari del centrosinistra del Comune di Perugia – che mandare a gara un servizio così importante come quello dei servizi educativi agli alunni con disabilità in corso di anno scolastico era quantomeno inopportuno. Così come ci eravamo fatti portavoce di un disagio diffuso da parte degli operatori del settore che lavoravano nel servizio, chiamati a passare dai precedenti soggetti (Borgorete e Polis) al nuovo tra incertezze e criticità. Un malessere talmente radicato, che la metà degli educatori impegnati nel servizio aveva scelto di non passare al nuovo gestore, pur in presenza di una clausola che lo rendeva possibile”.

“L’appalto – continua Tommaso Bori – gravato da un ricorso al Tar delle cooperative uscenti, appariva però alquanto surreale, visto che prevedeva l’assegnazione di punteggio utile all’aggiudicazione dell’appalto in base ai curricula del proprio personale, mantenendo anche la clausola sociale. E la Giunta Romizi si è addirittura trovata a constatare che il personale impiegato era inadeguato, non corrispondendo ai requisiti presentati in sede di offerta tecnica e ora lascia intendere che si andrà verso la rescissione del contratto. Se così fosse, siamo di fronte alla ‘chiusura della stalla quando i buoi sono ormai usciti’ e i danni sono stati consumati, sotto gli occhi di tutti, con un servizio che si avvia verso un pericoloso vulnus di gestione. L’appalto in questione, infatti, non avrebbe previsto neanche un’altra voce importante, come i tempi di spostamento del disabile. Il tutto dunque ha portato disagi per gli assistiti, per gli operatori e per la scuola, smantellando invece un servizio che per anni aveva funzionato perfettamente”.

“Occorre quindi – conclude Bori – che la Regione vigili e stia attenta a situazioni di questo tipo. Fenomeni che riportano il livello assistenziale indietro di vent’anni in una regione come la nostra, che si è invece distinta nel tempo per un modello capace di non lasciare indietro nessuno. I ragazzi con bisogni educativi speciali non possono essere una merce e non meritano di vivere un disagio così, con un nuovo cambio di appalto a metà anno scolastico”.