Il candidato sindaco per Perugia Merita: mai fatte associazioni tra criminalità e immigrazione. In ogni caso suggerisco che ci sono altre strade per raggiungere l'obiettivo fallito da questa amministrazione e ridurre i fattori di rischio legati alle attività criminali
(UNWEB) Perugia, – "Davvero illuminante l'analisi dell'assessore Luca Merli che, rispondendo al mio intervento con il quale in seguito ai continui episodi di violenza ho ribadito che la sicurezza a Perugia è allo sbando, ci informa che "spesso gli extracomunitari che delinquono non hanno alcuna intenzione di essere inclusi ed integrati".
Il candidato sindaco per Perugia Merita, Massimo Monni, controreplica all'assessore Luca Merli. In una nota nella quale precisa che "non ho fatto alcuna associazione tra criminalità e immigrazione", Monni evidenzia che "stando alle parole dell'assessore non ci resta che rassegnarci se i "balordi", così li definisce Merli, che commettono reati non vogliono essere integrati. Della serie: facessero un po'. Ah no, Merli confida su sicurezza della pena e quindi espulsione".
"Suggerisco - prosegue il candidato sindaco per Perugia merita - che si dovrebbero percorrere altre strade per raggiungere un obiettivo fallito da questa amministrazione intervenendo a monte per ridurre i fattori di rischio legati alle attività criminali. Merli ha mai sentito parlare di programmi di apprendimento linguistico e culturale per favorire l'integrazione degli immigrati nella comunità locale? Di servizi di orientamento e supporto personalizzati? Di programmi di formazione e lavoro per favorire l'integrazione economica, di supporto psicologico e sociale per gli immigrati che sono in situazioni di vulnerabilità? Di reti di monitoraggio e segnalazione che coinvolgano le autorità locali, le organizzazioni della società civile e la comunità stessa per favorire la prevenzione e la risoluzione tempestiva di situazioni di marginalizzazione o discriminazione che potrebbero portare al coinvolgimento in attività criminali?".
"A me sembra piuttosto - conclude Monni - che le parole dell'assessore siano l'espressione di una narrazione politica diffusa, costante e coerente con sé stessa, che sfrutta la percezione di diversità "dello straniero" per plasmarla nel sentimento della paura".