Guerri(UNWEB) Guerri, responsabile settore giovanile del Perugia: il  modello Perugia e il sogno di un nuovo grifone umbro di livello.

Anche nell’emergenza il settore giovanile lavora: 260 ragazzi impegnati da casa

Il momento è difficile, ma le energie non mancano. Giovanni Guerri, direttore responsabile  del settore giovanile del Perugia, racconta che niente si è fermato in tempo di emergenza sanitaria. Perché il settore giovanile si è riprogrammato sulle priorità, per consentire di svolgere al meglio la loro  attività ai “140 ragazzi del settore giovanile (compresa la Primavera) e ai 120 del vivaio”, che lavorano da casa. A coordinare tutto questo lavoro da remoto é Valerio Capriani, preparatore atletico della squadra  Primavera e coordinatore dei preparatori atletici del settore giovanile e dei coordinatori motòri del vivaio. Il lavoro è personalizzato o rivolto a gruppi di ragazzi, che stanno rispondendo bene.

Un lavoro appassionato, una stagione positiva

“Faccio un grande plauso agli allenatori e a tutti gli addetti che con dedizione, attenzione  e passione seguono i ragazzi permettendogli di occupare parte del loro tempo con un’ utile attività”. Una particolare menzione Guerri la rivolge a Piero Lombardi, responsabile del settore giovanile agonistico, che “dedica il suo tempo a seguire gli allenamenti e la partite di tutte le squadre e  con passione ed esperienza controlla e supervisiona tutte le problematiche”; e a Jacopo Giugliarelli, responsabile del vivaio. “Persone che lavorano e si confrontano con passione e grande senso di appartenenza”. Questo ha permesso di tracciare un bilancio positivo della stagione in corso, interrotta dall’emergenza covid: “tutte e tre le squadre principali (Primavera, Allievi Under 17 e Under 16) erano potenzialmente nei play off, il che, considerando che erano inserite in gironi impegnativi, è un risultato notevole”.

Stagione probabilmente finita, ma si pensa già la prossima.

Queste prospettive di sono purtroppo interrotte con la sospensione dei campionati. Una sospensione che, nonostante ancora non ci siano decisioni definitive della Federazione, è probabile difenda definitiva. “La salute è più importante di tutto”, spiega Guerri, “a livello di Federazione ci si concentra sull’obiettivo di riprendere la A e la B, non so se anche il campionato Primavera, che è quello comunque legato alle prime squadre, mentre per i settori giovanili probabilmente si riprenderà con la stagione prossima e noi siamo già pronti a impostare il nostro lavoro di programmazione”.

Settore giovanile espressione doc del territorio

Una programmazione che, dopo la riforma dei campionati (ora divisi per categoria, mentre prima comprendevano le società di serie A, B e C) “deve fare i conti con un livello più importante dei tornei”. Questo però non ha cambiato gli indirizzi del Perugia che, fin da quando è rinato dopo il secondo fallimento della società, ha cercato di caratterizzarsi “per il suo legame, per il suo essere espressione del territorio”. A partire dal progetto “Cultura in goal”, con la presenza delle squadre giovanili del Grifo nei borghi e nelle cittadine umbre per contribuire alla loro valorizzazione. Il progetto ha portato il Perugia a realizzare l’importante “risultato  di avere le squadre dei campionati nazionali composte dal 90% di ragazzi provenienti dalla provincia e regione”. Oltre a questo, riferisce Guerri, prima dello stop dei campionati erano in corso “progetti con importanti scuole secondarie e primarie del territorio umbro basti sullo scambio lavoro/scuola”.

Prima o poi, un grifone umbro nel calcio conta

I rapporti recuperati e stretti con il territorio funzionano anche nel senso inverso, cioè che, “grazie ai rapporti e la proficua collaborazione con le società di calcio umbre più attrezzate, molti ragazzi formatisi nel settore giovanile del Perugia poi iniziano a giocare in quelle società”, in serie D o nei principali tornei regionali, alcuni con  prospettive di approdare poi anche tra i professionisti. Grazie a questo mutuo scambio, sottolinea Guerri, si alimenta il “sogno del direttore tecnico Roberto Goretti  di portare qualche ragazzo umbro dal settore giovanile alla prima squadra del Perugia e nel calcio che conta”. Già in passato diversi ragazzi umbri della Primavera si sono potuti allenare con la prima squadra e altri hanno spiccato il volo verso società importanti, come Filippo Ranocchia, ora alla Juventus Under 19; e Giovanni Corradini, passato la Fiorentina Under 18 a inizio stagione. E qualche altro umbro di livello  prima o poi uscirà dal settore giovanile del Perugia: “ce lo auguriamo, dice Guerri, il nostro è un lavoro che viene da lontano” e ha l’obiettivo di guardare lontano.

Il “modello Perugia”

Un lavoro che guarda ai modelli di settore giovanile più efficienti, come Atalanta, Sassuolo e Empoli? “Quelle sono certamente realtà importanti, ma il nostro modello è il Perugia calcio” risponde Guerri. Cioè, a partire dai mezzi e dalle dimensioni dati, “cercare ragazzi sul territorio e inserirli in un contesto di crescita con istruttori validi”. Per supportare questo progetto, la società ha destinato negli anni quote crescenti di  investimenti al settore giovanile, a partire da quelli iniziali, quando non esisteva nulla e tutto andava ricostruito da zero. “È per questo impegno, e non per caso, commenta, che siamo arrivati a essere competitivi in campionati impegnativi”.

“Il presidente Santopadre ci segue da vicino”

Una crescita costante, dal basso, che segue i ragazzi già dall’under 13 e 14 e li accompagna per step graduali verso i campionati nazionali. E tutto questo avviene sotto l’occhio attento e partecipe del Presidente Massimiliano Santopadre che a novembre fece visita alle squadre giovanili durante gli allentamenti ma che, dice Guerri, “è sempre vigile su quello che facciamo, segue da vicino e incontra le squadre, a partire dalla Primavera”.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia