Oddo2207202(UNWEB) Oddo: sono tornato perché credo fortemente nei ragazzi e nella salvezza.

Alla chiamata di Santopadre ho detto si senza esitazioni

Il presidente Santopadre mi ha chiamato nel pomeriggio di domenica e mi ha chiesto la disponibilità a tornare. Io ho risposto senza esitazioni, perché sono un professionista ma, ancor più, perché io credo fortemente nei miei ragazzi e nell’obiettivo della salvezza.

Squadra ok sul piano fisico

Ho trovato bene la squadra sul piano fisico; purtroppo Di Chiara è indisponibile, mentre Buonaiuto, che aveva un problema –niente di grave- con una vecchia cicatrice, si è curato e ha fatto allenamento differenziato, per cui è recuperato.

 

Il nostro destino nelle nostre mani

Dire che questa squadra non è mentalmente pronta per lottare per la salvezza fa parte della retorica di circostanza del calcio e non è veritiero. Nel calcio si gioca per la vittoria e i giocatori devono sempre avere l’obiettivo di vincere. Noi dobbiamo convincerci che il nostro destino è nelle nostre mani, e che possiamo anche fare 9 punti nelle ultime tre giornate.

Il modulo in base a chi gioca, e gioca chi sta meglio

L’aspetto mentale conta adesso più di quello fisico e di quello tattico. L’allenatore deve essere bravo a capire chi sta bene fisicamente e mentalmente e poi, in base ai giocatori così scelti, viene fuori il modulo.

Il prossimo anno? Il futuro si scrive col presente

Non ho parlato col presidente della prossima stagione. Ho dato la mia disponibilità a tornare solo per occuparmi del presente, di questo finale di campionato, perché conta solo il presente. E il futuro comunque si scrive tramite il presente.

Concentriamoci sulla salvezza e divertiamoci in campo

In questo momento, l’errore più grande che si può fare è quello di stare a rivangare cose che non servono, perdere energie pensando a cose che non contano. Conta solo la salvezza, occorre concentrarsi su questo obiettivo e non disperdere forze a pensare a cosa è stato o a cosa avrebbe potuto essere. Con i ragazzi in questo periodo mi comporterò per come sono io, con il mio carattere. Io sono scherzoso con loro, anche se esigente in campo. Cerco di farli stare tranquilli, perché bisogna trovare la massima concentrazione per puntare al massimo risultato. Io so che i ragazzi hanno tutte le capacità per farcela, hanno valori e qualità anche per vincerle tutte e tre. Adesso conta non pensare a tutto il resto, ma solo a noi stessi, cercando di divertirci in campo, perché questo permette di giocare meglio, mentre la pesantezza di testa può rendere più difficile fare le giocate. Dirò ai ragazzi che debbono pensare che fanno il mestiere più bello del mondo e possono fare qualcosa di veramente importante.

Ho 22 titolari. Giocherà di volta in volta chi sta meglio.

L’aspetto della condizione fisica non è quello predominante. Conta di più in questo momento (ma sempre, nel calcio) l’approccio mentale. I giocatori saranno scelti in base ad una serie di fattori da valutare: la condizione fisica, quella mentale, ma anche della loro personalità, che in questo momento è determinante. Poi sarà importante mettere ognuno dove si può esprimere meglio. Farò le scelte in base aa tutte queste valutazioni, e sceglierò i migliori undici per questa partita, ma so di avere 22 titolari e tutti devono stare sulla corda. In questa situazione, nessuno deve crearsi alibi.

 

 

La partita con l’Entella: loro tranquilli, ma noi siamo il Perugia, andremo per fare la partita

L’Entella è una squadra che sta mentalmente bene, ha una classifica tranquilla e può anche avere qualche chance di play off. Non hanno il problema di dover pensare alla salvezza e questo è certamente un vantaggio. Un altro vantaggio è il campo piccolo e veloce che loro conoscono bene. Ma noi dobbiamo pensare solo a noi stessi, giocare a viso aperto, con equilibrio e provare a fare la partita e possibilmente a vincerla. Siamo il Perugia, non possiamo andare a Chiavari impauriti a giochicchiare. Ciascuno deve tirare fuori tutto, il carattere e il meglio che ha, per le partite che restano da giocare. E bisogna avere la massima convinzione nelle proprie forze.

Con i ragazzi sono rimasto in contatto: ero dispiaciuto per loro e per Serse

Ovviamente non so cosa hanno fatto i ragazzi quando non c’ero. So, però, che prima ho passato con loro momenti piacevoli, abbiamo sempre avuto un ottimo rapporto, senza mai problemi, e ci tengo a sottolinearlo. Ci siamo sentiti anche dopo il mio esonero, a volte ho fatto anche una specie di supporto psicologico per alcuni di loro, per spronarli nei momenti di difficoltà. Perché ero dispiaciuto per loro, per il Perugia e per Serse Cosmi, di cui conosco il valore. So cosa si passa quando non arrivano i risultati. A me a Crotone è successo di stare senza vittorie per due mesi. Quindi ero sinceramente dispiaciuto per le difficoltà del Perugia.

Ho una rosa che ha tutto per centrare la salvezza

Sono contentissimo dei giocatori che ho adesso a disposizione. Sono convinto, per quello che ci serve per i nostri obiettivi,  di avere la squadra più forte del campionato. Sono contento per l’abbondanza che c’è in ogni reparto. E anche per il fatto che alcuni giocatori sono cresciuti, come ad esempio Konatè. In difesa adesso abbiamo parecchi giocatori. Mi dispiace per Di Chiara che non avremo, ma nel suo ruolo abbiamo Nzita, Falasco e Mazzocchi. C’è tutto per fare bene: sgombriamo il campo da alibi e centreremo il nostro obiettivo.

So tutto del Perugia. Ognuno dei ragazzi può essere decisivo.

Ho seguito sempre tutte le partite del Perugia, dal primo all’ultimo minuto,  in questo periodo in cui sono mancato. Conosco vita, morte e miracoli del Grifo.  So che Rajkovic ha qualche difficoltà, ma so anche che uno come lui in serie B neanche dovrebbe starci. Per struttura fisica gli occorre tempo per entrare in forma, ma lo sapevo, è normale. Però, per esperienza e per  la sua a  fisicità, può essere fondamentale anche se gioca solo 5 minuti. Tutti possono essere decisivi. Ieri, per esempio, parlando con Falcinelli, gli ho detto che un anno storto può capitare a tutti. Ma che gli attaccanti hanno una fortuna che i difensori non possono avere. Perché, se un difensore ha un anno negativo, quello resta. Se, invece, un attaccante ha un’annata no, ma fa un gol decisivo per la salvezza della squadra, salva comunque la stagione. Il messaggio che ho voluto dargli è che può capitare che le cose non vadano bene ma, se si crede in quello che si fa,  con personalità, basta poco per salvare la stagione.

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia