cattedrale pg cel notte di natale f8Il presule: «accogliere quel dono che è Gesù per dare senso alla vita è il modo migliore per cambiare il mondo»

(UNWEB) «Nel buoi della nostra società, dove tutto sembra mortificare la nostra vita, dove le tenebre stanno prendendo il sopravvento, non solo a livello sanitario ma anche nel cuore di ciascuno di noi, è apparsa una Luce dal Cielo». Con queste parole il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi ha esordito nell’omelia della celebrazione eucaristica della Notte di Natale, nella cattedrale di San Lorenzo, ricordando la profezia di Isaia che «anche questa sera si avvera e si realizza nel Vangelo – ha proseguito il presule –. Infatti mentre i pastori vegliavano di notte nelle loro terre, la gloria del Signore li avvolse di luce. Nella notte della nostra vita è apparsa una Luce dal Cielo. Cosa significa questa Luce apparsa nell’oscurità? Lo suggerisce l’apostolo Paolo nelle seconda lettura: “E’ apparsa la grazia di Dio, la vita stessa di Dio porta salvezza a tutti gli uomini. Questa notte, la grazia di Dio, la luce di Dio ha avvolto la vita di ciascuno di noi. Ma cosa è questa grazia? E’ l’amore Divino che trasforma la vita, rinnova la storia, libera dal male, infonde pace e gioia».

Preziosi agli occhi di Dio. «Questa notte l’Altissimo, in Gesù, si è fatto piccolo per essere amato da noi – ha evidenziato mons. Salvi –. In Gesù Dio si è fatto bambino per lasciarsi abbracciare da noi. Si chiama grazia perché è completamente gratuita, mentre in terra tutto appare un dare e un avere. Dio arriva gratis, senza calcoli, il suo amore non è negoziabile e ciascuno di noi non ha fatto nulla per meritare quest’amore. Ci rendiamo conto che mentre non siamo all’altezza, perché continuamente sperimentiamo la nostra fragilità, la nostra incapacità di essere veri, Egli si è fatto per noi piccolezza, ha assunto su di sé la nostra fragilità. Quante volte gli voltiamo le spalle, ma nonostante questo Dio continua ad amare anche il peggiore di noi. Questo perché siamo tuti preziosi agli occhi di Dio e ci viene proprio incontro perché questo amore ci possa toccare e raggiungere».

Gli amati da Dio. «Noi possiamo averne combinate di tutti i colori – ha commentato mons. Salvi –, ma il Signore non rinuncia a volerci bene. Quante volte pensiamo che Dio è buono se noi siamo buoni e che ci castiga se siamo cattivi, ma non è così. Nel Natale ci dimostra la sua immensa misericordia e tenerezza: dinanzi ai nostri continui peccati Egli ci continua ad amare. Il suo amore non cambia mai, non è permaloso, è fedele, è paziente. Ecco il dono che troviamo questa sera per il Natale: scoprire con stupore che il Signore è tutta gratuità possibile e nasce povero di tutto per conquistarci con la ricchezza del suo amore. “E’ apparsa la grazia di Dio”, come dice san Paolo, ma “grazia” è anche sinonimo di bellezza. E questa notte, nella bellezza dell’amore di Dio, riscopriamo la nostra bellezza, non perché siamo esteticamente ben fatti, ma perché siamo gli amati da Dio. E quando Lui ama rende bella e grande la vita».

Il nucleo della vita. «Nel bene o nel mala, nella salute o nella malattia, felici o tristi, agli occhi del Signore appariamo sempre belli, non per quello che facciamo ma per quello che siamo. C’è in ciascuno di noi una bellezza indelebile a cui Dio, attraverso suo figlio, fa emergere. Quel desiderio di felicità che ci portiamo addosso è fatto di questa bellezza, è il nucleo stesso della nostra vita».

Vincere le tenebre. «Una grande gioia è annunciata ai pastori, gli ultimi della società del tempo – ha sottolineato il vescovo ausiliare –, ma in quei pastori ci siamo anche noi con tutte le nostre fragilità e pesantezze dei nostri peccati e delle nostre debolezze. Come Dio chiamò loro chiama anche noi, perché ci ama e nella notte della vita a noi dice lo stesso: “Non temete, non abbiate paura, coraggio, non smarrite la fiducia del vivere, non tirate i remi in barca. Questa notte l’amore ha vinto anche le nostre paure, le nostre paturnie, le nostre indecisioni. Una nuova luce è apparsa, è quella tenerezza gentile di Dio che vince le tenebre e dà nuova speranza a ciascuno di noi».

Non ci sono scuse. Mons. Salvi si è poi chiesto: «Come stare difronte al Natale? Cosa fare difronte a questa grazia che ci viene donata e che trasforma in bellezza la nostra vita? Una cosa sola: accogliere quel dono del Signore. Prima di andare in cerca di Dio è Lui che ci viene a cercare. Lasciamoci cercare da Lui, non partiamo dalle nostre capacità, ma dalla sua grazia perché è lui, Gesù il Salvatore. Posiamo lo sguardo su quel Bambino e lasciamoci avvolgerci dalla sua tenerezza e non avremo più scuse per non lasciarci amare da Lui. Quello che nella vita va storto, quello che nella Chiesa non funziona, quello che nel mondo non va, non sarà più una giustificazione per ciascuno di noi, passerà in secondo piano perché difronte all’amore folle di Dio per noi non ci sono scuse».

Accogliere la Luce. «La questione a Natale è – ha concluso il presule – : mi lascio veramente amare da Dio, mi abbandono al suo amore, perché Lui possa salvarmi. Questo sentimento di gratitudine ci accompagni in questa notte. Difronte a quella mangiatoia, ai nostri presepi, dobbiamo dire grazie e accogliere quel dono che è Gesù per diventare dono come Lui e dare senso alla vita è il modo migliore per cambiare il mondo. Il dono del Natale, caro fratello o cara sorella, se le tue mani ti sembrano vuote, se senti il tuo cuore povero di amore, questa notte di Natale è per te, è apparsa la grazia di Dio per risplendere nella tua vita, accoglila e brillerà in te la Luce del Natale».

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